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Il disturbo fobico è una condizione psicologica caratterizzata da una paura intensa, irrazionale e persistente di un oggetto, una situazione o un’attività specifica. Questa paura può essere così travolgente da interferire con la vita quotidiana di una persona, causando notevole angoscia e limitando le attività sociali, lavorative o ricreative.

Le fobie sono tra i disturbi d’ansia più comuni, colpendo milioni di persone in tutto il mondo.

Le fobie specifiche sono un tipo di disturbo fobico in cui la paura è focalizzata su un particolare oggetto o situazione. Queste fobie possono variare notevolmente, dalle comuni paure di animali, altezze o spazi chiusi, a timori più insoliti come la paura dei clown o dei palloncini. Indipendentemente dall’oggetto della paura, le persone con fobie specifiche sperimentano sintomi simili, tra cui ansia estrema, attacchi di panico e comportamenti di evitamento.

Comprendere il disturbo fobico e le fobie specifiche è fondamentale per fornire un supporto adeguato a coloro che ne soffrono. Questa comprensione può contribuire a ridurre lo stigma associato alle fobie, incoraggiando le persone a cercare aiuto e a parlare apertamente delle proprie esperienze.

Questo articolo esplorerà in dettaglio il disturbo fobico e le fobie specifiche, esaminando le cause, i sintomi e l’impatto sulla vita quotidiana. Verranno discusse anche le opzioni di trattamento, le strategie di autogestione e le storie di persone che hanno superato con successo le loro fobie.

L’obiettivo è fornire informazioni preziose e supporto a coloro che sono direttamente o indirettamente colpiti da questo disturbo.

Disturbo Fobico e le Fobie Specifiche

Definizione e classificazione

Il disturbo fobico è una condizione psicologica caratterizzata da una paura intensa, persistente e irrazionale verso un oggetto, una situazione o un’attività specifica. Questa paura è sproporzionata rispetto al pericolo reale rappresentato dallo stimolo fobico e può causare notevole angoscia e interferire con la vita quotidiana della persona.

Le fobie specifiche sono classificate in base all’oggetto o alla situazione temuta. Il DSM-5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali) identifica diverse categorie di fobie specifiche:

  • Fobie di animali (zoofobia): paura di animali o insetti specifici, come ragni, serpenti, cani o gatti.
  • Fobie ambientali: paura di elementi naturali, come altezze, tempeste o acqua.
  • Fobie legate al sangue, alle iniezioni o alle ferite: paura di vedere il sangue, ricevere iniezioni o subire procedure mediche invasive.
  • Fobie situazionali: paura di situazioni specifiche, come volare, guidare, stare in spazi chiusi o attraversare ponti.
  • Altre fobie: paure di stimoli che non rientrano nelle categorie precedenti, come la paura di soffocare, di rumori forti o di personaggi in costume.

Statistiche e prevalenza

Le fobie specifiche sono tra i disturbi d’ansia più comuni, colpendo milioni di persone in tutto il mondo. Negli Stati Uniti, l’incidenza delle fobie specifiche negli adulti va dal 7% al 9%, mentre in Europa le percentuali sono simili. 

Nei paesi asiatici, africani e latinoamericani, le percentuali sono leggermente inferiori, variando dal 2% al 4%.Le donne sono colpite dalle fobie specifiche in percentuale doppia rispetto agli uomini. 

Alcune fobie, come quelle legate agli animali o agli elementi naturali, tendono a svilupparsi durante l’infanzia, mentre altre, come le fobie situazionali, possono manifestarsi anche in età adulta.

È comune che una persona soffra di più fobie specifiche contemporaneamente. Inoltre, le fobie specifiche possono essere associate ad altri disturbi d’ansia, come il disturbo di panico o il disturbo d’ansia sociale.

Comprendere la definizione, la classificazione e la prevalenza delle fobie specifiche è fondamentale per riconoscere e affrontare questo disturbo.

Che cos’è una fobia

Una fobia è un’intensa paura o terrore di una  cosa o evento, che è eccessiva per la realtà della situazione. Con alcune caratteristiche:

  • è sproporzionata rispetto al reale pericolo dell’oggetto o della situazione;
  • non può essere controllata con spiegazioni razionali, dimostrazioni e ragionamenti;
  • supera la capacità di controllo volontario che il soggetto è in grado di mettere in atto;
  • produce l’evitamento sistematico della situazione-stimolo temuta;
  • permane per un periodo prolungato di tempo senza risolversi o attenuarsi;
  • comporta un certo grado di disadattamento per l’interessato;
  • l’individuo riconosce che la paura è irragionevole e che non è dovuta ad effettiva pericolosità dell’oggetto, attività o situazione temuta.

Differenze tra paura, ansia e fobia

È importante distinguere tra paura, ansia e fobia.

  • La paura è una risposta emotiva naturale a una minaccia percepita, che può essere adattiva in situazioni di pericolo reale.
  • L’ansia, invece, è uno stato di apprensione e preoccupazione riguardo a potenziali minacce future.
  • Le fobie, d’altra parte, sono caratterizzate da una paura intensa e irrazionale che persiste anche in assenza di un pericolo reale. Le persone con fobie specifiche riconoscono spesso che la loro paura è eccessiva o irragionevole, ma non riescono a controllarla. 

Questa paura porta a comportamenti di evitamento delle situazioni temute, limitando significativamente la vita della persona.

Sintomi del Disturbo Fobico

Entrare in contatto con la situazione temuta fa diventare ansiosi o angosciati. Inoltre si può anche avere uno o più sintomi fisici. Questi possono essere, per esempio:

  • una frequenza cardiaca accelerata,
  • palpitazioni,
  • sensazione di malessere,
  • tremore e sudorazione,
  • bocca secca,
  • dolore toracico,
  • una sensazione di nodo allo stomaco,
  • respirazione veloce.

I sintomi fisici sono in parte causati dal cervello che invia molti messaggi alla componente nervosa  del corpo quando si è ansiosi. In genere il soggetto ansioso rilascia ormoni dello stress (come l’adrenalina) nel sangue che possono anche agire sul cuore, muscoli e altre parti del corpo causando ulteriori sintomi.

Si può anche diventare ansiosi semplicemente pensando alla situazione temuta. Si finisce per evitare la situazione temuta per quanto possibile  e ciò  può limitare la vostra vita e causarne sofferenza.

Tipi di Fobie

Disturbo d’ansia sociale

Questo è anche conosciuto come fobia sociale, ed è forse la fobia più comune. Chi è affetto dal disturbo d’ansia sociale manifesta un’eccessiva preoccupazione per l’opinione altrui sul suo conto e per gli eventuali giudizi.

Si nutre il timore di  incontrare persone, o  esporsi o mettersi a nudo davanti ad altre persone. Si ha paura di agire in modo imbarazzante o umiliante, e che gli altri pensino che sia stupido, inadeguato, debole, sciocco, folle e si cerca di evitare tali situazioni il più possibile.

Sono stati descritti diversi sottotipi di fobia sociale, come la fobia sociale generalizzata (riguarda la maggior parte delle situazioni sociali, che rappresenta un terzo dei casi) e la fobia sociale specifica (limitata solo ad alcune situazioni sociali, come la paura di parlare in pubblico, che è generalmente meno disabilitante e con una prognosi migliore).

 Agorafobia

Anche questo tipo di fobia  è piuttosto comune. Molte persone pensano che l’agorafobia significhi  paura dei luoghi pubblici e degli  spazi aperti. Ma si tratta  solo in parte di questo. Se si soffre  di agorafobia si tende ad avere una serie di timori di vari luoghi e situazioni.

Ad esempio, si può avere paura di:
• Entrare nei  negozi,  trovarsi in mezzo ad una folla o in  luoghi pubblici.
• Viaggiare in treno, autobus o aereo.
• Essere su un ponte o in un ascensore.
• Essere in un cinema, ristorante, ecc, dove l’uscita non è facilmente raggiungibile.

Queste paure derivano da una paura di fondo: il timore di essere in un luogo in cui non è semplice trovare un aiuto o si avverte che è difficile fuggire in un luogo sicuro (in genere casa propria)

Quando si è in un luogo  temuto  si diventa ansiosi e angosciati, e si avverte  un intenso desiderio di uscire. Pertanto, per evitare di vivere questa  ansia molte persone con agorafobia  preferiscono rimanere all’interno della loro casa per la maggior parte o  per tutto il loro  tempo.

Le fobie specifiche

Ci sono molte altre fobie legate ad una cosa specifica o una situazione – per esempio:

  • Acatartofobia – Paura dello sporco e della polvere
  • Acrofobia – Paura delle altezze
  • Agorafobia – Paura degli spazi aperti e affollati
  • Aracnofobia – Paura dei ragni
  • Aviofobia – Paura di volare
  • Brontofobia – Paura dei temporali
  • Cinofobia – Paura dei cani
  • Claustrofobia – Paura degli spazi chiusi (esempio: ascensori)
  • Emofobia – Paura della vista del sangue, di aghi e siringhe
  • Misofobia – Paura dei germi
  • Ofidiofobia – Paura dei serpenti
  • Scotofobia o Nictofobia- Paura del buio
  • ranidafobia – Paura delle rane

Diagnosi differenziale con gli Attacchi di Panico e Disturbi di Personalità

Le fobie specifiche differiscono dalla maggior parte degli altri disturbi d’ansia per i livelli d’ansia intercorrente. Tipicamente gli individui con fobia specifica, a differenza di quelli con attacchi di panico con agorafobia, non presentano ansia pervasiva, poiché la loro natura è limitata ad oggetti o situazioni specifiche e circoscritte. Comunque può emergere ansia anticipatoria generalizzata nelle condizioni in cui diventano più probabili i contatti con lo stimolo fobico.

La differenziazione dalla fobia specifica tipo situazionale, dal disturbo di panico può essere difficile, poiché entrambi i disturbi possono comprendere attacchi di panico ed evitamento di tipi di situazioni simili. Tipicamente il disturbo di panico con agorafobia è caratterizzato dall’esordio iniziale di attacchi di panico inaspettati e dal conseguente evitamento di situazioni molteplici ritenute probabili fattori scatenanti degli attacchi di panico. La fobia specifica, tipo situazionale è caratterizzata da evitamento situazionale in assenza di ricorrenti attacchi di panico inaspettati.

Quattro fattori possono essere utili per dare questo giudizio:

  • l’oggetto della paura,
  • il tipo e il numero degli attacchi di panico,
  • il numero di situazioni evitate
  • il livello di ansia intercorrente.

La fobia specifica e la fobia sociale possono essere differenziate sulla base dell’oggetto delle paure. La differenziazione tra l’Ipocondria e la Fobia Specifica, Altro Tipo si basa sul fatto che gli individui con ipocondria hanno paura di avere una malattia mentre gli individui con fobia specifica temono di contrarre una malattia.

Ecco una tabella che organizza le informazioni fornite:

Disturbo/FobiaDifferenze chiaveFattori di differenziazione
Fobia specifica vs Attacchi di panico con agorafobiaLa fobia specifica è limitata ad oggetti o situazioni specifiche, mentre gli attacchi di panico con agorafobia presentano ansia pervasivaOggetto della paura, tipo e numero degli attacchi di panico, numero di situazioni evitate, livello di ansia intercorrente
Fobia specifica tipo situazionale vs Disturbo di panicoEntrambi possono comprendere attacchi di panico ed evitamento di situazioni simili, ma il disturbo di panico è caratterizzato da attacchi di panico inaspettati e evitamento di molteplici situazioniOggetto della paura, tipo e numero degli attacchi di panico, numero di situazioni evitate, livello di ansia intercorrente
Fobia specifica vs Fobia socialeLa fobia specifica e la fobia sociale possono essere differenziate sulla base dell’oggetto delle paureOggetto della paura
Ipocondria vs Fobia specifica, altro tipoGli individui con ipocondria hanno paura di avere una malattia, mentre gli individui con fobia specifica temono di contrarre una malattiaOggetto della paura
Fobia sociale vs Disturbo della personalitàUna fobia sociale può essere in comorbilità con un disturbo della personalità, soprattutto un disturbo evitante di personalità (più raramente un disturbo dipendente o schizoide)Presenza di un disturbo della personalità in comorbilità

Vengono descritte una fobia sociale in comorbilità con un Disturbo della Personalità, soprattutto un Disturbo Evitante di Personalità ( più raramente un Disturbo Paranoide di Personalità, un Disturbo Schizotipico di Personalità, un Disturbo Schizoide di Personalità e un Disturbo Dipendente di Personalità) e una fobia sociale in comorbilità con depressione e/o abuso di alcool.

Cause delle Fobie

Oggi si ritiene che i fattori genetici spieghino il 50% circa della fobia sociale e che siano particolarmente importanti nella fobia sociale generalizzata . La ricerca ha dimostrato che alcune fobie possono ricorrere nelle famiglie. Ad esempio, due gemelli allevati separatamente e in posti diversi, possono sviluppare le stesse fobie. Tuttavia, molte persone con fobie non hanno parenti che soffrono di fobie.

Sono presenti anche fattori culturali, alcune fobie si verificano solo in alcuni gruppi culturali. Un esempio è taijin kyofusho, una fobia sociale che appare quasi esclusivamente in Giappone. Si tratta del timore di offendere o danneggiare altri in situazioni sociali. Tale fobia è nettamente diversa da una tradizionale fobia sociale in cui la persona ha paura di essere personalmente messa in imbarazzo e umiliata. È pertanto possibile che la cultura svolga un ruolo nello sviluppo di una fobia.

Tra le spiegazioni psicologiche le teorie cognitive sull’inizio e sul mantenimento della fobia sociale rappresentano una delle aree di ricerca di maggior interesse. Lo “schema cognitivo” del fobico sociale è la convinzione che un giudizio negativo avrebbe un esito catastrofico e che questo abbia un’alta probabilità di verificarsi in molteplici occasioni. Il fobico sociale sottostima le proprie prestazioni sociali, mentre sovrastima le probabilità di un esito sociale negativo e la gravità delle conseguenze negative derivanti dal verificarsi dell’esito temuto. Ha più pensieri negativi, pessimistici, ansiogeni, disfunzionali nelle situazioni sociali.  Chi soffre di fobia sociale tende anche ad attribuire la responsabilità degli esiti negativi più a se stesso che a fattori esterni, al contrario di quanto tende a fare chi non ne soffre.

Sono state identificate numerose distorsioni cognitive che danno luogo ad ipervigilanza per i possibili indizi di giudizio negativo e a un’interpretazione esagerata, irrealistica, disfunzionale dei possibili indizi. La persona ha sempre l’impressione di essere sotto esame e criticata ed è particolarmente attenta verso ogni possibile segnale di “minaccia” alla sua reputazione, sovrastima la probabilità e la gravità delle conseguenze di risultati sociali sfavorevoli, valuta negativamente anche prestazioni sociali che per gli altri sarebbero normali e favorevoli, valuta come disastrose le sensazioni enterocettive, concentra la sua attenzione sulle proprie sensazioni ed emozioni.

Molte fobie sono basate su eventi reali della vita che possono essere o meno consapevolmente ricordati. Una fobia dei cani, per esempio, può derivare dall’essere stati attaccati da piccoli. Una fobia sociale si può sviluppare da un’adolescenza connotata da imbarazzo o da episodi di bullismo nell’infanzia.

Decorso del Disturbo Fobico

Le fobie specifiche, tipo ambiente naturale tendono ad iniziare principalmente nella fanciullezza, sebbene molti casi si manifestano verso l’età adulta. I fattori che favoriscono l’esordio delle fobie specifiche includono eventi traumatici, gli attacchi di panico inaspettati nella situazione temuta, il vedere altri sottoposti ad un trauma o mostrare paura e la trasmissione di informazioni. Dati preliminari suggeriscono che può esservi un’aggregazione familiare per tipo di fobia.

Terapia delle Fobie

Psicoterapie

La psicoterapia si basa sull’idea che certi modi di pensare possono scatenare alcuni problemi di salute mentale come ansia, depressione e fobie. Il terapeuta aiuta a capire i modelli di pensiero del paziente. In particolare, per identificare tutte le idee dannose, inutili e falsi o atteggiamenti che si hanno che possono rendere il paziente ansioso. L’obiettivo è quindi di cambiare modi di pensare per evitare l’insorgere delle idee patogene.

Farmacoterapia

La terapia farmacologica utilizza principalmente due classi di farmaci per la cura della Fobia: benzodiazepine (ansiolitici) e antidepressivi. In misura minore anche i betabloccanti sono stati utilizzati per contrastare i sintomi dell’ansia da Fobia quali palpitazioni e tremore, tuttavia il loro utilizzo dovrebbe limitarsi ai primi tentativi di esposizione alle situazioni fobiche.

L’assunzione delle sole benzodiazepine raramente porta a buoni risultati, possono essere invece utili nelle situazioni di “emergenza” per gestire crisi acute di ansia. Generalmente l’uso continuativo è sconsigliato, soprattutto in mancanza di una terapia di supporto in considerazione dei rischi di abuso, dipendenza, assuefazione e ”ansia da rimbalzo” nei casi di interruzione della terapia e quindi di astinenza.

Tra le benzodeazipine quelle che sembrano dare risultati migliori sono: Clonazepam Alprazolam

Gli antidepressivi serotoninergici e gli inibitori delle monoamino ossidasi sono utilizzati per la loro dimostrata efficacia nel ridurre l’ipersensibilità al rifiuto, al giudizio e alla critica.

Gli antidepressivi triciclici sono usati più raramente e sembrano non ottenere buoni risultati. Tra i triciclici la sostanza più utilizzata per la cura della Fobia risulta essere l’imipramina.

Tra gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) sono stati utilizzati: la fluvoxamina, la fluoxetina e la paroxetina. Si sono dimostrati tutti efficaci, in misura diversa, nella remissione dei sintomi, ma l’effetto non sempre perdura dopo la sospensione del farmaco. Gli SSRI hanno anche il vantaggio di presentare meno effetti collaterali rispetto ad altre classi di farmaci.

Gli inibitori delle monoamino ossidasi (IMAO) pur presentando una certa efficacia sono usati più raramente.
Gli effetti collaterali di questi farmaci infatti possono essere anche molto gravi; soprattutto occorre fare molta attenzione a non assumerli insieme a farmaci ad azione simpaticomimetica, quali ad esempio altre classi di antidepressivi, e in generale altre sostanze psicoattive. Inoltre anche la dieta deve essere controllata per evitare alimenti che contengano tiramina.

Questo trattamento riduce in un tempo relativamente breve l’intensità della sintomatologia, ma sembra che lasci inalterate le cause del disturbo, per cui alla sospensione dei farmaci i sintomi potrebbero ripresentarsi. Dopo qualche tempo, il dolore potrebbe ripresentarsi perché non si agisce anche su ciò che lo ha provocato.

La farmacoterapia, dunque, è spesso usata per creare le condizioni favorevoli per un intervento psicoterapeutico più efficace. Per tale motivo spesso il clinico propone al paziente un intervento in cui il trattamento farmacologico e quello psicoterapeutico vengono associati.

Bibliografia

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