L’assunzione di determinati farmaci antidepressivi SSRI come il citalopram sembra avere ripercussioni negativi sul ritmo cardiaco : alcuni ricercatori di Boston sembrano, però, essere sulla buona strada per un eventuale rimedio a questi effetti collaterali.
Alcuni ricercatori hanno scoperto una relazione tra il citalopram e due altri antidepressivi e il prolungamento dell’intervallo QT corretto (QTc), ovvero uno degli indicatori del rischio di aumento di aritmia ventricolare.
Gli altri due antidepressivi presi in considerazione dai ricercatori sono l’escitalopram, un altro inibitore selettivo della ricaptazione della serotonina (SSRI) come il citalopram, e un antidepressivo di tipo triciclico noto come amitriptilina.
L’equipe del Dr. Roy Perlis del Massachusetts General Hospital di Boston non ha riscontrato questo tipo di relazione tra l’intervallo QTc (corretto) e altri farmaci antidepressivi di tipo SSRI o triciclici. Il bupropione, invece, é stato associato ad un accorciamento degli intervalli QTc corretti.
Gli autori dello studio in questione fanno notare che al momento é ancora presto per pensare di prescrivere un elettrocardiogramma di routine per tutti i pazienti in cura con determinati antidepressivi. Secondo i ricercatori rimane comunque importante, a seguito di questi risultati, fare attenzione alla classe di farmaci prescritti per ridurre il rischio di eventuali aritmie cardiache.
Già nel 2011, il citalopram era stato messo in discussione dalla Food and Drugs Administration (FDA) a causa dell’associazione riscontrata fra l’assunzione di alte dosi del farmaco ed il prolungamento dell’intervallo QT e torsioni di punta. In quel caso, la FDA decise di stabilire una dose massima giornaliera pari a 40 mg di citalopram, inserendo nella lista degli effetti collaterali la sindrome congenita del QT lungo. Nonostante la FDA sia tornata sui suoi passi lo scorso anno, cancellando questo effetto collaterale, l’agenzia ha preferito sconsigliare il citalopram alla popolazione affetta da questo tipo di disturbi, portando la dose massima del farmaco a 20 mg per determinati gruppi, quali i pazienti al di sopra dei 60 anni e quelli in cura con l’inibitore del citocromo P4502C19.
Il Dr. Perlis e i suoi colleghi ricercatori si sono dedicati allo studio della relazione tra gli antidepressivi e l’intervallo QT nella popolazione clinica generale, servendosi degli archivi medici all’interno del sistema Partners HealthCare che comprende le strutture del Massachusetts General Hospital e del Brigham and Women’s Hospital nonché alcune cliniche di day-hospital.
Lo studio ha preso in considerazione 38 397 adulti dell’età media di 58,3 anni, che tra il febbraio 1990 e l’agosto 2011 si sono sottoposti ad un elettrocardiogramma tra i 14 e i 90 giorni successivi alla prescrizione di un antidepressivo o di metadone, noto a sua volta per la sua caratteristica di prolungare l’intervallo QT.
In media, il 20,4% dei pazienti ha mostrato un intervallo QTc anormale o elevato, pari o superiore ai 451 millisecondi per gli uomini e pari o superiore ai 471 millisecondi per le donne. Questa percentuale si é mantenuta costante per tutta la durata dei trattamenti presi in considerazione per la ricerca.
Anche in seguito all’adeguamento di variabili di tipo clinico e demografico é stato possibile notare come un aumento delle dosi di citalopram, escitalopram e amitriptilina fossero associate ad un prolungamento dell’intervallo QT, mentre un aumento delle dosi di bupropione era associato ad un accorciamento di questo intervallo. Secondo gli autori dello studio, però, le dimensioni dell’effetto rimangono irrisorie.
Gli antidepressivi che non hanno mostrato lo stesso tipo di associazione includono la fluoxetina, la paroxetina, la sertralina cloridrato, la duloxetina (nota sotto il nome commerciale di Cymbalta), la mirtazapina, la nortriptilina e la venlafaxina.
Lo studio di un sottoinsieme di 467 pazienti sottoposti a diversi elettrocardiogrammi a seguito dei cambiamenti di dose di citalopram ha mostrato come un aumento da 10 a 20 mg giornalieri di questo farmaco comportasse un aumento medio dell’intervallo QT corretto di 7,8 millisecondi. Un aumento da 20 a 40 mg ha portato ad uno sbalzo di 10,3 millisecondi nell’intervallo QT corretto. L’aumento della dose di bupropione da 100 a 200 mg, invece, ha portato ad una diminuzione dell’intervallo QT corretto pari a 19,2 millisecondi.
Questa ricerca é stata, quindi, in grado di mostrare ai suoi autori come il bupropione, grazie alla sua capacità di accorciare l’intervallo QT, potrebbe servire in futuro da trattamento per quei pazienti parzialmente ricettivi al citalopram evitando così di ricorrere ad un aumento di dose del farmaco.
Tra i limiti della ricerca, gli autori hanno inserito la mancanza di randomizzazione dei trattamenti e delle dosi, così come il fatto che l’esecuzione di elettrocardiogrammi non sia normalmente di routine per i pazienti che si sottopongono ad un trattamento di tipo farmacologico della depressione.
Fonte: http://www.bmj.com/content/346/bmj.f288
Salve dottore, sono molto spaventata dalla possibilità di alcuni ssri di causare prolungamento del qtc..Secondo lei quali sono i più sicuri?Io assumo paroxetina..
Buongiorno signora,
le anomalie della conduzione elettrica cardiaca di cui il tempo di QTc è un indice di misura sono generalmente assolutamente banali per la maggior parte dei farmaci antidepressivi moderni (SSRI e altri). Per di più sono alterazioni funzionali e transitorie che possono scomparire aggiustando la dose di farmaco o sostituendolo o ottimizzando l’eventuale presenza politerapia. E’ utile quindi effettuare un elettrocardiogramma all’inizio della terapia e a seguire, se non sussistono indicazioni differenti, ogni 12 mesi.
Cordiali saluti
Federico Baranzini
Buongiorno dottore,
sono in terapia con Zoloft 100 dal 2015 dopo aver sospeso Escitalopram 10 per prolungamento del QTc (dato anche da ipokaliemia). Ora la psichiatra vorrebbe aggiungere Olanzapina 2.5 mg. Secondo Lei questa terapia in combinazione può aumentare il rischio di cardiotossicità?
La ringrazio
Gentile sigra Luisa
la combinazione di più farmaci rappresenta una metodica terapeutica molto usata e spesso necessaria. In psichiatria si può prendere in considerazione per necessità di potenziamento dell’effetto ricercato oppure per la presenza di sottostanti differenti quadri clinici. Come sempre, per tutte le combinazioni farmacologiche, esistono fenomeni di interazione: queste possono essere poco significative o portare a conseguenze cliniche significative e rilevanti per la salute del paziente. Sta al medico, secondo scienza e coscienza, valutarne l’opportunità non prescindendo comunque dal suo primo mandato, NON nuocere al paziente.
Ne parli quindi con il suo curante e gli esponga senza reticenze i suoi timori anche perchè sarebbe, altrimenti, tempo perso per lei e per il medico.
Cordiali saluti
Federico Baranzini
Gentilissimo dottore, ho un problema serio, è dal 2004 che assumo Cipralex 5 mg, in seguito ad una crisi di fibrillazioni atriale successo 5 mesi fa, ho iniziato ad avere vari disturbi psicologici dovuti sicuramente anche alla paura, la nuova psichiatra vuole che aumenti il Cipralex a 10 mg, ma ho notato che mi rallenta il battito cardiaco anche a 53 sia di giorno che di notte, inoltre prendo Control da 2 mg compresse due al giorno da 42 anni più gocce di Rivotril 8 x dormire! Cosa mi consiglia! La ringrazio infinitamente
Gentilissima Ivana,
capisco la sua preoccupazione riguardo all’aumento del dosaggio di Cipralex e ai possibili effetti sul suo battito cardiaco. È importante affrontare questi problemi con attenzione, considerando la sua storia clinica e l’uso concomitante di altri farmaci.
Il Cipralex (escitalopram) è un antidepressivo SSRI utilizzato per trattare la depressione e i disturbi d’ansia. Mentre l’aumento del dosaggio da 5 mg a 10 mg può essere indicato per migliorare l’efficacia terapeutica, è vero che gli SSRI possono talvolta influenzare la frequenza cardiaca, soprattutto in pazienti con preesistenti problemi cardiovascolari.
Considerando la sua recente crisi di fibrillazione atriale e la bradicardia (battito cardiaco lento) che ha riscontrato, è fondamentale discutere approfonditamente con la sua psichiatra e possibilmente anche con un cardiologo prima di modificare il dosaggio del Cipralex. Potrebbe essere necessario un monitoraggio più stretto del suo ritmo cardiaco durante l’aggiustamento della dose.
Riguardo agli altri farmaci che assume, il Control (Lorazepam) è una benzodiazepina ansiolitica, mentre il Rivotril (clonazepam) è un’altra benzodiazepina utilizzata per il trattamento dell’insonnia e dell’ansia. L’uso a lungo termine di benzodiazepine può portare a tolleranza e quindi in alcuni casi alla necessità di aumentare le dosi, quindi sarebbe opportuno rivalutare periodicamente la necessità di continuare questi trattamenti con il suo medico. Tra l’altro per il loro effetto miorilassante queste molecole possono indurre alterazion della pressione arteriosa.
In generale, consiglierei di:
1. Discutere apertamente con la sua psichiatra delle sue preoccupazioni riguardo all’aumento del Cipralex e dei sintomi cardiaci che ha riscontrato.
2. Considerare una consulenza con un cardiologo per valutare meglio la sua situazione cardiovascolare e l’impatto dei farmaci sul suo ritmo cardiaco.
3. Rivalutare con la psichiatra la necessità e le dosi appropriate di Control e Rivotril, considerando la possibilità di strategie alternative per gestire l’ansia e l’insonnia.
4. Monitorare attentamente i suoi sintomi e il suo battito cardiaco durante qualsiasi variazione della terapia farmacologica.
È importante che lei si senta coinvolta e a suo agio con il piano di trattamento. Non esiti a esprimere le sue preoccupazioni e a fare domande ai suoi medici curanti.
Spero che queste informazioni le siano utili per affrontare al meglio la sua situazione.
Le auguro il meglio per la sua salute e il suo benessere.
Cordiali saluti
Federico Baranzini