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Per molti anni le ricerche sulla malattia di Alzheimer hanno rivolto la loro attenzione esclusivamente ai sintomi cerebrali svolgendo indagini su specifiche proteine che sono alla base della sua eziologia. 

Cosa si sa, invece, sull’ipotetico legame tra malattia di Alzheimer e sintomi cognitivi? 

Le persone con malattia di Alzheimer hanno problemi di memoria e altri sintomi che influenzano la loro capacità di elaborare le informazioni. Hanno anche problemi con le relazioni con gli altri. 

Negli ultimi dieci anni, i ricercatori hanno scoperto che i cambiamenti di umore e comportamento possono anche essere segnali premonitori della malattia di Alzheimer. Ma a questi sintomi comportamentali non viene prestata la stessa attenzione dei sintomi più evidenti.

Molti studiosi si sono chiesti se queste ulteriori condizioni legate alla salute mentale dipendano da cambiamenti nel cervello o rappresentino, invece, risposte che le persone hanno a seguito di sintomi come la perdita di memoria.

In merito a questo quesito un nuovo studio dell’Università di Lund, in Svezia, ha fornito nuove indicazioni sull’ipotetico legame tra Alzheimer e sintomi cognitivi. Nello specifico, ha permesso di fornire nuove informazioni sul funzionamento del cervello e sulle sue funzioni. Lo studio in questione è stato pubblicato sulla rivista Biological Psychiatry.

Lo studio

I ricercatori della Lund University hanno esaminato le complesse relazioni tra i sintomi della depressione, la malattia di Alzheimer e i disturbi cognitivi. Questo lavoro fa parte del famoso studio BioFINDER, condotto in diversi Paesi.

Lo studio ha preso in esame 356 persone che all’inizio della ricerca non mostravano alcun segno di demenza e non presentavano alcun sintomo. Oltre a misurare l’accumulo delle proteine caratteristiche dell’Alzheimer, nello specifico la proteina beta-amiloide e la proteina tau, i ricercatori hanno anche monitorato l’umore, l’ansia e la capacità di funzionamento delle persone. I partecipanti a questo studio sono stati valutati all’inizio due volte all’anno e poi una volta all’anno per un periodo di otto anni.

Risultati

I ricercatori hanno trovato un legame tra gli alti livelli di beta-amiloide nei soggetti che hanno iniziato lo studio e che successivamente hanno manifestato sintomi di ansia e depressione.

Secondo i ricercatori, la malattia di Alzheimer colpisce gran parte del cervello così come anche le regioni che controllano le emozioni. Lo studio dimostra che i sintomi psichiatrici, proprio come i sintomi cognitivi, sono direttamente causati da modifiche sottostanti nel cervello come ad esempio elevati livelli di beta amiloide che causano demenza. 

Gli studi rivelano che la proteina beta amiloide è responsabile dell’apatia agendo direttamente sui neuroni colpiti. L’apatia diventa solo in parte inevitabile con il tempo se i soggetti sono già carenti nella loro capacità di pensare in modo critico. L’ansia, invece, non è associata ad alcun cambiamento nel modo in cui pensiamo. Per i ricercatori i primi cambiamenti nelle emozioni non rappresentano la risultante di una malattia degenerativa, ma piuttosto sono causati da un accumulo patologico della proteina beta amiloide.

Sono necessarie ulteriori ricerche per chiarire come questi sintomi siano correlati alla diagnosi e al trattamento della malattia di Alzheimer. È importante capire come i primi sintomi di demenza possano influenzare la diagnosi clinica, anche prima che la cognizione

Fonte: Maurits Johansson, Erik Stomrud, Per Mårten Johansson, Anna Svenningsson, Sebastian Palmqvist, Shorena Janelidze, Danielle van Westen, Niklas Mattsson-Carlgren, Oskar Hansson. Development of Apathy, Anxiety, and Depression in Cognitively Unimpaired Older Adults: Effects of Alzheimer’s Disease Pathology and Cognitive Decline. Biological Psychiatry, 2022.

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