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Il DSM-IV distingue 2 forme principali di depressione: il disturbo depressivo maggiore e il disturbo distimico.
Il disturbo depressivo maggiore è caratterizzato da uno o più episodi depressivi gravi (umore depresso o perdita di interesse per almeno 2 settimane con presenza di almeno 4 ulteriori sintomi di depressione).
Il disturbo distimico è caratterizzato da umore depresso la maggior parte dei giorni per un periodo di almeno 2 anni, associato ad altri sintomi che non soddisfano i criteri per la diagnosi di disturbo depressivo maggiore.
Una particolare espressione della depressione si ha nella cosiddetta depressione atipica, nella quale si presenta più facilmente aumento di peso e ipersonnia (rispetto alla depressione maggiore nella quale si ha più facilmente riduzione del peso e insonnia).
Il quadro di presentazione della depressione negli anziani può essere atipico; la caduta del tono dell’umore può essere mascherata e i sintomi principali possono essere ansia o alterazioni della memoria. Nella diagnosi differenziale nei soggetti anziani deve essere tenuta in considerazione la demenza.

Terapia della Depressione

Le classi principali di farmaci contro la depressione sono i triciclici e gli antidepressivi correlati, gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) e gli inibitori delle monoaminossidasi (IMAO).
La scelta del farmaco deve basarsi sulle necessità individuali del paziente, tenendo conto delle malattie concomitanti, delle terapie già in atto, del rischio di suicidio e della risposta a trattamenti antidepressivi precedenti. Per depressione resistente al trattamento si intende l’assenza di risposta alla terapia con antidepressivi triciclici per 4-6 settimane, o, in termini operativi e secondo indicazioni, dopo un utilizzo a dosaggi e per tempi congrui.
Triciclici e molecole correlate e gli SSRI sono in genere preferiti poiché gli IMAO possono essere meno efficaci e hanno interazioni pericolose con alimenti e altri farmaci.Gli antidepressivi triciclici possono essere adatti in molti casi di depressione. Se si temono i potenziali effetti indesiderati dei triciclici più vecchi, si può ricorrere a un inibitore della ricaptazione della serotonina o a uno degli antidepressivi di più recente introduzione. Anche se gli SSRI sembrano meglio tollerati delle molecole più vecchie, la differenza è troppo piccola per giustificare sempre la scelta di questi farmaci come trattamento di prima linea.
Rispetto ai triciclici più vecchi (come l’amitriptilina), i farmaci correlati (come il trazodone) hanno un’incidenza più bassa di effetti collaterali antimuscarinici come secchezza delle fauci e stitichezza; i farmaci correlati possono anche essere associati a un rischio inferiore di cardiotossicità in caso di sovradosaggio, ma alcuni hanno effetti collaterali aggiuntivi.
L’iponatriemia (tipica negli anziani e probabilmente dovuta a una secrezione inappropriata di ormone antidiuretico che si manifesta con sonnolenza, confusione o convulsioni) è stata associata a tutti gli antidepressivi; tuttavia questo effetto avverso è stato riportato più di frequente con gli SSRI che con altri antidepressivi.

Gli SSRI hanno meno effetti collaterali antimuscarinici dei triciclici e sembrano meno cardiotossici in caso di sovradosaggio. Perciò, sebbene non siano più efficaci, sono da preferire nelle situazioni in cui vi sia un rischio maggiore di sovradosaggio intenzionale o dove la presenza di altre condizioni precluda l’uso di molecole diverse. Gli SSRI sono da preferire agli antidepressivi triciclici in caso di diabete.

Anche gli SSRI, tuttavia, hanno alcuni effetti indesiderati tipici: sono frequenti sintomi gastrointestinali come nausea e vomito e sono stati riportati disturbi emorragici.Nei pazienti con depressione grave ricoverati in ospedale e in quelli in cui sia fondamentale ottenere un effetto massimale, i triciclici possono essere più efficaci degli SSRI o degli IMAO. Nella depressione maggiore da moderata a grave la venlafaxina (a dosi di 150 mg o più) può essere più attiva degli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina. Nei casi molto gravi è indicata la terapia elettroconvulsiva.

Gli IMAO possono essere più efficaci dei triciclici in pazienti non ospedalizzati con depressione atipica. La terapia con questi farmaci va iniziata sotto controllo specialistico.Sebbene l’ansia sia spesso presente nella malattia depressiva e possa costituire il sintomo di presentazione, l’uso di antipsicotici o di ansiolitici può mascherare la vera diagnosi. Ansiolitici e antipsicotici dovrebbero quindi essere usati con cautela nella depressione, ma sono utili come trattamento adiuvante nei pazienti agitati.

L’iperico o erba di San Giovanni (Hypericum perforatum) è un rimedio fitoterapico non registrato che si è diffuso come trattamento della depressione lieve. Tuttavia, le preparazioni di iperico possono indurre enzimi coinvolti nel metabolismo dei farmaci, con una serie di possibili interazioni importanti. La quantità di principio attivo può variare molto tra le differenti preparazioni e il passaggio da una all’altra può cambiare il grado di induzione enzimatica. Inoltre, quando un paziente sospende l’assunzione di iperico, le concentrazioni dei farmaci che interagiscono possono aumentare, con il rischio di intossicazione. Non si devono somministrare antidepressivi insieme all’iperico per il rischio di interazioni.

L’assunzione di farmaci antidepressivi è stata messa in relazione con la comparsa di ideazioni e comportamenti suicidari. Quando è necessario, i pazienti dovrebbero essere controllati per impedire comportamenti suicidari, autolesionismo e ostilità, in particolare all’inizio del trattamento e in occasione di modificazioni della posologia.

Gestione del Trattamento

All’inizio del trattamento antidepressivo i pazienti devono essere visitati ogni 1-2 settimane. Si deve continuare il trattamento per almeno 4 settimane (6 negli anziani) prima di valutare l’efficacia.

In caso di risposta parziale, si deve prolungare per altre 2 settimane (continuare fino a 9 settimane negli anziani). Dopo una remissione il trattamento va mantenuto per almeno 4-6 mesi (circa 12 mesi negli anziani).

I pazienti con storia di depressione ricorrente dovrebbero continuare una terapia di mantenimento per almeno 5 anni o a tempo indefinito.

Il litio è utile come terapia di mantenimento di seconda linea. La combinazione di 2 antidepressivi può essere pericolosa e trova di rado giustificazione (tranne che sotto controllo specialistico).

Sospensione dei Farmaci Antidepressivi

Se viene sospeso bruscamente un antidepressivo (in particolare un IMAO) dopo una somministrazione regolare di 8 settimane o più, possono comparire sintomi gastrointestinali come nausea, vomito e anoressia, accompagnati da cefalea, stordimento, brividi, insonnia e talvolta ipomania, ansia/panico e irrequietezza motoria estrema.

La dose va ridotta in modo graduale in un arco di tempo di 4 settimane o in periodi più lunghi se emergono sintomi da sospensione (6 mesi se i pazienti hanno assunto l’antidepressivo come terapia di mantenimento a lungo termine).

Gli SSRI sono stati associati a una specifica sindrome da sospensione.

Fonte: www.guidausofarmaci.it

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