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La depressione rappresenta una malattia complessa che colpisce milioni di persone in tutto il mondo. Viene tradizionalmente classificata come un disturbo dell’umore ed il trattamento spesso comporta la prescrizione di antidepressivi che agiscono sulla serotonina.

Tuttavia, una recente ricerca condotta da alcuni scienziati e pubblicata su JAMA Network Open ha identificato un sottotipo di depressione. Colpisce circa il 27% dei pazienti depressi e non risponde efficacemente agli antidepressivi comunemente prescritti.

Questa scoperta potrebbe aprire la strada ad un trattamento più preciso e mirato per questa categoria di pazienti. Potrebbe volgere verso nuove prospettive nella lotta contro la depressione.

La ricerca

La ricerca ha coinvolto 1.008 adulti affetti da depressione maggiore precedentemente non trattata. Durante lo studio hanno assunto antidepressivi comuni per il trattamento della depressione.

Prima e dopo il trattamento i ricercatori hanno valutato i sintomi depressivi utilizzando sondaggi clinici e autovalutazioni riguardanti l’analisi relativa ai cambiamenti del sonno e dell’alimentazione. Inoltre, hanno monitorato i livelli di funzionamento sociale ed occupazionale così come la qualità della vita.

Nello specifico, sono stati somministrati alcuni test cognitivi prima e dopo il trattamento per la valutazione della memoria verbale, la memoria di lavoro, le abilità decisionali e l’attenzione sostenuta.

Prima del trattamento i partecipanti sono stati sottoposti ad una risonanza magnetica funzionale fRMN che ha permesso di misurare l’attività neuronale in diverse regioni cerebrali e le variazioni nei livelli di ossigeno nel sangue.

Contemporaneamente i partecipanti dovevano svolgere un compito cognitivo conosciuto come “Go/NoGo” nel quale bisognava premere un pulsante il più rapidamente possibile nel momento in cui appariva la parola “Go” in verde.

Al contrario, si richiedeva di non premere alla vista della parola “NoGo”in rosso. I ricercatori hanno confrontato le immagini ottenute con quelle di soggetti non depressi.

Identificazione del “biotipo cognitivo”

Dalle indagini è emerso che il 27% dei partecipanti mostrava sintomi più evidenti di rallentamento cognitivo, insonnia e funzioni cognitive maggiormente compromesse. Inoltre, la risonanza funzionale mostrava una ridotta attività in alcune regioni cerebrali quali la corteccia prefrontale dorsolaterale e le regioni cingolate anteriori dorsali, aree adibite al controllo cognitivo.

Questi dati rintracciati durante il compito Go/NoGo hanno permesso di denominare questo profilo “biotipo cognitivo” dalle caratteristiche diverse rispetto agli altri tipi di depressione.

Dopo il trattamento con antidepressivi comuni i ricercatori hanno rilevato tassi di remissione del 38,8% nei partecipanti con biotipo cognitivo e del 47,7% per quelli senza.

Una nuova visione

Questo studio sottolinea l’importanza dell’impiego di compiti cognitivi e di imaging cerebrale per individuare alcuni sottotipi di depressione come il biotipo cognitivo.

Potrebbe essere sperimentato l’impiego di antidepressivi meno comuni, più efficaci per le disfunzioni cognitive, o altre forme di trattamento per alleviare i sintomi ed aiutare a ripristinare le capacità sociali e occupazionali dei pazienti.

Fonte: Hack L. M., Tozzi L., Zenteno S. A Cognitive Biotype of Depression and Symptoms, Behavior Measures, Neural Circuits, and Differential Treatment OutcomesJAMA Network Open, 2023.

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