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La pandemia ha rappresentato un fenomeno dalla notevole risonanza su tutta la popolazione mondiale. Gli effetti sono stati molteplici sia a livello economico, sociale che psicologico.

La stessa cosa si può affermare anche in riferimento alla salute. Nello specifico, esiste una relazione tra coronavirus e disturbi neurologici intesi come una conseguenza del virus.

Una nuova ricerca della Washington University School of Medicine di St. Louis e del sistema sanitario Veterans Affairs St. Louis ha dimostrato che le persone che contraggono il virus corrono un rischio maggiore di avere una serie di problemi neurologici nel primo anno dopo l’infezione.

Sono a rischio di:

  • problemi cognitivi e di memoria,
  • depressione,
  • ansia ed emicrania,
  • ma anche ictus e danni cerebrali.

Inoltre, le persone che hanno contratto il coronavirus hanno spesso problemi di deambulazione, tremori e crisi epilettiche, problemi di udito e vista e difficoltà di coordinazione ed equilibrio.

Coronavirus e Disturbi Neurologici: lo studio

Lo studio in questione rappresenta la prima ricerca in cui viene indagata la relazione tra coronavirus e disturbi neurologici a lungo termine. Sono stati presi in considerazione 44  disturbi cerebrali e altri disturbi neurologici tra i pazienti non ospedalizzati e ospedalizzati, compresi quelli ricoverati in terapia intensiva.

I ricercatori hanno cercato in un database che include 14 milioni di cartelle cliniche archiviate presso il Dipartimento degli Affari dei Veterani degli Stati Uniti. Rappresenta il più grande sistema di assistenza sanitaria americano.

Hanno creato un set di dati di 154.000 persone che erano risultate positive al COVID-19 dal 1° marzo 2020 al 15 gennaio 2021 e che erano sopravvissute nei primi 30 giorni dopo l’infezione. Sono stati confrontati i dati di un anno di osservazione con i dati ottenuti da due gruppi di persone non infettate dal virus: un gruppo di controllo di oltre 5,6 milioni di pazienti che non hanno contratto il COVID-19 nello stesso periodo di tempo e un gruppo di controllo di oltre 5,8 milioni di persone da marzo 2018 al 31 dicembre 2019, molto prima che la pandemia arrivasse.

Risutati

Secondo i ricercatori il coronavirus è responsabile dello sviluppo di 40 milioni di nuovi disturbi neurologici in tutto il mondo. Sottolineano che le persone in buona salute hanno sviluppato problemi cerebrali dopo aver avuto infezioni lievi, indipendentemente dall’età, razza, genere, altre malattie e abitudini. Sono pochi i fattori di rischio noti che potrebbero causare tali problemi a lungo termine.

Coloro che hanno contratto il COVID-19 hanno subito più danni cerebrali rispetto a quelli non affetti dal virus. Si stima che alcune persone che hanno avuto danni cerebrali a causa del virus siano quasi sei milioni.

Le difficoltà di memoria, note anche come “nebbia del cervello”, sono uno dei sintomi cerebrali più comuni di COVID. Le persone che hanno contratto il virus hanno mostrato un rischio maggiore del 77% di avere problemi di memoria. Secondo i ricercatori gli stessi problemi di memoria in alcune persone possono migliorare, ma in altre possono persistere.

I ricercatori hanno scoperto che le persone con COVID-19 mostravano un rischio maggiore di sviluppare la malattia di Alzheimer: si sono registrati due casi in più di malattia di Alzheimer ogni 1.000 persone con COVID-19 rispetto al gruppo di controllo. Ciò non significa che contrarre il coronavirus equivalga a sviluppare la malattia di Alzheimer, ma che le persone che hanno una predisposizione genetica contraendo il coronavirus potrebbero invecchiare prima.

Le persone che avevano il virus hanno mostrato il 50% in più di probabilità di avere un ictus cerebrale (blocco della circolazione sanguigna cerebrale ) che può anche causare paralisi o morte. Gli ictus ischemici causano difficoltà nel parlare, nell’apprendimento e nel pensare e possono persino provocare una paralisi temporanea o totale.

Le persone con COVID-19 hanno manifestato una probabilità 80 volte maggiore di soffrire di epilessia o convulsioni ed il 43% in più di probabilità di avere disturbi dell’umore come ansia o depressione, il 35% in più di probabilità di avere mal di testa da lieve a grave e il 42% in più di probabilità di soffrire di disturbi del movimento come movimenti incontrollabili o tremori e altri sintomi simili a quelli sperimentati dalle persone con malattia di Parkinson.

I pazienti COVID-19 hanno mostrato maggiori probabilità di avere problemi alla vista, tra cui visione offuscata, secchezza oculare e annebbiamento degli occhi. Anche maggiori probabilità di avere problemi di udito come ronzio nelle orecchie o acufeni.

I ricercatori hanno scoperto in un precedente studio che i vaccini possono aiutare le persone a ridurre del 20% i problemi al cervello.

Conclusioni

Quali conclusioni in merito alla relazione tra coronavirus e disturbi neurologici? I ricercatori affermano che i risultati dello studio si aggiungono al crescente numero di prove che il COVID-19 possa causare sintomi neurologici negli esseri umani un anno dopo l’infezione.

Fonte: Xu, E., Xie, Y. & Al-Aly, Z. Long-term neurologic outcomes of COVID-19. Nat Med 28, 2406–2415 (2022).

 
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