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Gran parte dei pazienti sottoposti alla terapia cognitivo-comportamentale incontrano spesso dei problemi di tipo pratico che impediscono loro di seguire in modo continuativo il trattamento. Ecco che uno studio condotto a Chicago sembra essere in grado di fornire una valida soluzione a questo problema: la somministrazione telefonica della terapia cognitivo-comportamentale.

La terapia cognitivo-comportamentale (TCC) figura tra i metodi ritenuti maggiormente efficaci nel trattamento della depressione, soprattutto nel caso di quei pazienti che preferiscono rinunciare all’assunzione dei farmaci.

Nonostante l’utilità e gli effetti benefici che derivano da questo tipo di trattamento, spesso i pazienti non seguono le sedute previste in maniera regolare. Questo può avvenire per diverse ragioni, soprattutto di tipo pratico come ad esempio la difficoltà di trovare del tempo per poter prendere parte ad una seduta oppure un problema di tipo logistico per quanto riguarda il raggiungere lo studio del terapista e ancora un mero problema economico.

Per cercare di contrastare questa tendenza all’abbandono di una terapia considerata efficace, ecco che alcuni ricercatori guidati dal Dottor David Mohr, della Northwestern University di Chicago, hanno testato una nuova modalità di “somministrazione” di questo trattamento.

Dal novembre 2007 al dicembre 2010, un campione di 325 pazienti affetti da depressione maggiore in cura a Chicago è stato scelto in maniera casuale per partecipare ad uno studio che si è protratto per 18 sessioni della durata di 45 minuti l’una.

Durante il trattamento, una parte dei pazienti è stata sottoposta ad un normale ciclo di sedute di terapia cognitivo-comportamentale svolte faccia a faccia con il proprio terapista mentre un altro gruppo di pazienti ha potuto usufruire di una serie di colloqui telefonici che hanno sostituito la terapia tradizionale.

Al termine dello studio, e già durante una valutazione effettuata nel corso dello stesso, è emerso che tra i due gruppi di pazienti non risultava esserci alcuna differenza quanto a risultato nel trattamento: sia quanti si erano sottoposti alla terapia tradizionale faccia a faccia con il medico, sia quanti erano stati scelti per il colloquio telefonico hanno riportato un miglioramento al termine del periodo di studio.

Solo a sei mesi dal trattamento è stato possibile riscontrare una lieve differenza tra i due gruppi che sembra volgere a favore della terapia tradizionale: i pazienti sottoposti a quest’ultima, infatti, risultavano essere molto meno depressi a distanza di sei mesi dal trattamento rispetto a quanti si erano sottoposti a terapia telefonica. Questo potrebbe essere dovuto ad un senso di rassicurazione offerto dalla presenza fisica del terapista.

Considerando, però, la maggiore assiduità e frequenza del trattamento mostrata da parte di chi si è sottoposto allo studio per via telefonica, i ricercatori sono ora intenzionati a continuare a lavorare in questa direzione per poter trovare un compromesso che faccia in modo di rendere la terapia cognitivo-comportamentale sempre più accessibile in futuro.

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