L’insonnia cronica sta entrando in una nuova fase di trattamento, basata sull’idea che si tratti di una condizione che dura 24 ore e che necessita di un approccio adeguato.
In Italia dal mese di Marzo 2023 è stato commercializzato il daridorexant, un medicinale che offre una nuova alternativa terapeutica.
Questo farmaco agisce selettivamente sul sistema dell’orexina, bloccando i segnali che mantengono la persona sveglia, e ha dimostrato efficacia e sicurezza per un periodo fino a 12 mesi.
Daridorexant (Quviviq) anche in Italia
Il ritmo sonno-veglia è regolato da neurotrasmettitori sia sedativi che attivatori. Durante la notte, soprattutto nelle prime ore di sonno, il GABA è predominante, mentre nelle ore diurne prevalgono il glutammato, l’orexina e l’acetilcolina. Questi ultimi due sono presenti anche nella fase di sonno REM.
Dopo anni di ricerca e sperimentazione, a partire da novembre 2022, è stato approvato anche in Italia da AIFA il Daridorexant farmaco per l’insonnia cronica sviluppato dall’azienda farmaceutica Idorsia con il nome commerciale Quviviq.
Quiviviq rappresenta una nuova prospettiva terapeutica per il trattamento specifico degli adulti affetti da insonnia cronica. Si tratta del primo farmaco della classe degli inibitori dell’orexina ad arrivare nel nostro paese, un neurotrasmettitore fondamentale per mantenere lo stato di veglia.
Le caratteristiche distintive di questa molecola includono non solo la sua maneggevolezza e sicurezza, dimostrate dagli studi che ne hanno valutato gli effetti collaterali, ma anche la sua efficacia. Infatti, gli studi in doppio cieco rispetto al placebo hanno mostrato che il daridorexant agisce sulla qualità e quantità del sonno, mantenendo la sua efficacia anche quando assunto per lunghi periodi.
Insonnia, una malattia delle 24 h
Nel 2014 si è verificata una svolta storica riguardo all’insonnia, quando il DSM-5, il manuale diagnostico di riferimento per gli psichiatri, ha smesso di considerare l’insonnia come un sintomo di altre malattie psichiatriche e l’ha definita come un disordine a sé stante.
L’insonnia presenta sia una componente notturna, che riguarda difficoltà ad addormentarsi o a mantenere il sonno, sia una componente diurna, con conseguenze specifiche durante il giorno, come irritabilità, scarsa concentrazione e attenzione, sonnolenza e lacune mnesiche.
L’insonnia viene quindi considerata come una patologia delle 24 ore, con una sua dignità e non come un sintomo secondario di qualcos’altro. Ci sono in totale 89 malattie del sonno e molte di esse provocano un disturbo del sonno, come ad esempio la narcolessia, una tipica ipersonnia, e l’insonnia paradossale, in cui il soggetto ha la sensazione di non dormire, mentre in realtà dorme ma con un sonno più superficiale.
La qualità del sonno non è solo un fatto soggettivo. Dormire bene implica che ogni fase del sonno sia stata rispettata, così come la giusta quantità di ore di sonno, la continuità del sonno e l’attivazione neurovegetativa.
Sintomi dell’Insonnia
L’insonnia può essere considerata una patologia delle 24 ore, in quanto presenta sintomi notturni e diurni.
Oltre alle difficoltà di addormentamento, risveglio notturno e risveglio mattutino precoce, l’insonnia influisce anche sulle attività quotidiane. Le prime conseguenze di un sonno disturbato riguardano gli aspetti cognitivi, come la capacità di concentrazione e di attenzione, che possono essere negativamente influenzate dalla scarsa qualità del sonno.
Spesso, le persone che soffrono di insonnia possono avere difficoltà nel svolgere la propria attività lavorativa o nel concentrarsi completamente nelle attività quotidiane. La mancanza di un buon sonno, anche per una sola notte, può avere ripercussioni sulla sfera emotiva, dato che il sonno svolge un ruolo importante nella regolazione delle emozioni.
L’insonnia cronica, in particolare, è associata a un insieme di emozioni spesso negative, come nervosismo, tensione, maggiore reattività emotiva, impulsività e reattività nelle decisioni, a causa della mancanza di un appropriato controllo emotivo.
Inoltre, le conseguenze dell’insonnia si estendono alla sfera somatica, con sintomi come stanchezza, fatica e talvolta sonnolenza.
Pertanto, gli effetti dell’insonnia sulla vita quotidiana riguardano gli aspetti cognitivi, emotivi e fisici, e a lungo termine possono avere un impatto sul funzionamento generale, sulle relazioni interpersonali, sull’organizzazione della vita e sulle relazioni sociali.
La vita delle persone che soffrono di insonnia può risultare compromessa, tanto che spesso sono costrette a rinunciare a vari aspetti della vita quotidiana, come le relazioni interpersonali.
Il sistema della Orexina
Il sistema dell’orexina, composto da due peptidi noti come orexina A e B (o ipocretina 1 e 2), è prodotto da un gruppo di cellule dell’ipotalamo e ha un ruolo cruciale nella regolazione del ritmo sonno-veglia e di altre funzioni corporee, come il comportamento alimentare, il bilancio energetico, le risposte allo stress, l’elaborazione della ricompensa, l’umore e la cognizione. La disfunzione del sistema dell’orexina può essere alla base di diverse condizioni patologiche, tra cui la narcolessia.
Considerando queste connessioni, i recettori dell’orexina rappresentano bersagli terapeutici ideali per un trattamento farmacologico in grado di favorire l’insorgenza e il mantenimento del sonno senza gli effetti residui diurni tipicamente associati all’assunzione di agonisti del recettore del GABA, che possono alterare il funzionamento diurno.
Farmacoterapia dell’insonnia fino ad oggi
Se gli interventi comportamentali di igiene del sonno che rappresentano il primo step nell’approccio all’insonnia non risultano sufficienti, i farmaci più comunemente prescritti per il trattamento dell’insonnia fino ad oggi sono i sonniferi, in particolare le benzodiazepine e i cosiddetti farmaci z (come zolpidem e zolpiclone). Questi medicinali agiscono stimolando un recettore chiamato GABA-A, attivato da un neurotrasmettitore presente nel nostro cervello, l’acido gamma-amminobutirrico o GABA. Il GABA ha un’azione inibitoria sul sistema nervoso centrale e favorisce l’insorgenza del sonno.
Tuttavia, l’uso di benzodiazepine e farmaci z può comportare effetti collaterali fastidiosi, principalmente perché i recettori del GABA non si limitano a indurre il sonno, ma sono anche coinvolti in altre attività cerebrali. Questi farmaci possono causare alterata coordinazione motoria (come cadute), difficoltà di concentrazione e alterazioni del pensiero. Inoltre, le benzodiazepine possono promuovere un sonno profondo a scapito della fase REM, che è importante per il riposo del cervello. Di conseguenza, chi utilizza questi farmaci potrebbe svegliarsi stanco e sonnolento.
Le benzodiazepine possono anche causare depressione respiratoria e, aspetto non trascurabile, possono indurre dipendenza e tolleranza, con una progressiva riduzione del loro effetto farmacologico. Gli anziani, che soffrono più frequentemente di problemi di insonnia e quindi ricorrono a questi farmaci, sono particolarmente suscettibili a questi effetti collaterali.
Daridorexant come funziona
Il daridorexant agisce sull’orexina, un neurotrasmettitore della veglia, inibendo il suo funzionamento poiché si lega a due suoi recettori. Un grande vantaggio di questo farmaco è rappresentato dalla sua emivita ottimale di otto ore, il che significa che impedisce il funzionamento dell’orexina per un periodo di tempo coincidente con il sonno. Al mattino, l’orexina ricomincia a funzionare e, di conseguenza, il farmaco non provoca sedazione dopo il risveglio.
Gli studi condotti con il daridorexant hanno dimostrato l’assenza di sonnolenza diurna e di problemi cognitivi. Un altro vantaggio del daridorexant è che non solo riduce il tempo di addormentamento, ma facilita anche il mantenimento del sonno. Inoltre, rispetto ad altri composti ipnotici, questo farmaco si è dimostrato sicuro anche per le persone che soffrono di apnee durante il sonno, quasi la metà delle quali ha problemi di insonnia con difficoltà nel mantenimento del sonno.
È importante sottolineare inoltre che l’azione antagonista duale sui recettori dell’orexina (localizzati principalmente a livello ipotalamico) non ha determinato altri possibili effetti collaterali, come ad esempio di tipo anoressizzante. Questo è rilevante, poiché l’orexina è un neurotrasmettitore eccitatorio coinvolto non solo nella regolazione del ritmo sonno-veglia, ma anche nella stimolazione dell’appetito.
Fonti:
- pharmastar.it
- aifa.gov.it
- ansa.it
- Toor B, Ray LB, Pozzobon A, Fogel SM. Sleep, Orexin and Cognition. Front Neurol Neurosci. 2021;45:38-51
- Albadrani MS, Albadrani MS, Fadlalmola HA, Elhusein AM, Abobaker RM, Merghani MM, Gomaa SM, Abdalla AM, Alhujaily M, Omair AA, Ali Abdalla AM, Masada HK, Veerabhadra Swamy DS, Al-Sayaghi KM. Safety and efficacy of daridorexant in the treatment of insomnia: a systematic review and meta-analysis of randomized controlled trials. Int Clin Psychopharmacol. 2023 Jan 1;38(1):57-65.
Perché in Italia non viene commercializzato il GABA, ma in Germania si?
Gentile Matteo,
la ringrazio per questo contributo. Cercherò di dare una risposta più centrata sulle mie deduzioni che non su mie conoscenze della realtà commmerciale italiana e men che meno di quella tedesca.
Per quanto di mia conoscenza in realtà, il GABA (acido gamma-amminobutirrico) NON è commercializzato come farmaco nè in Italia nè in Germania. E’ unicamente reperibile online. Ci sono diverse ragioni per cui il GABA non è ampiamente disponibile.
Efficacia incerta: Nonostante il GABA sia un importante neurotrasmettitore inibitorio nel sistema nervoso centrale, ci sono dubbi sulla sua capacità di attraversare la barriera emato-encefalica quando assunto per via orale. Questo significa che l’integrazione di GABA potrebbe non avere gli effetti desiderati sul cervello.
Mancanza di regolamentazione: Gli integratori alimentari non sono sottoposti allo stesso rigido processo di approvazione dei farmaci. Pertanto, l’efficacia e la sicurezza degli integratori di GABA non sono state valutate a fondo dalle autorità regolatorie.
Potenziali effetti collaterali: Sebbene generalmente ben tollerato, il GABA può causare alcuni effetti indesiderati come sonnolenza, vertigini e disturbi gastrointestinali in alcune persone. Senza una supervisione medica, l’uso di integratori di GABA potrebbe comportare rischi.
Interazioni farmacologiche: Il GABA può interagire con alcuni farmaci, in particolare quelli che agiscono sul sistema nervoso centrale come ansiolitici, antidepressivi e antiepilettici. L’uso non controllato di integratori di GABA potrebbe interferire con questi trattamenti.
Nonostante il crescente interesse per i potenziali benefici del GABA, la mancanza di prove scientifiche solide sulla sua efficacia come integratore orale e le preoccupazioni sulla sicurezza ne limitano la disponibilità commerciale sia in Italia che in Germania. Sono necessarie ulteriori ricerche per chiarire il ruolo dell’integrazione di GABA nella promozione della salute.
Se invece lei fosse a conoscenza di notizie differenti la invito a riportarcele qui
Cordiali saluti
Federico Baranzini