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Il progresso degli ultimi secoli in campo medico e tecnologico ha portato con sé la naturale conseguenza di permettere un allungamento della vita media della popolazione mondiale: sono sempre di più le persone che raggiungono un’età un tempo giudicata impensabile e chissà che in futuro i traguardi in questo senso non possano essere superati ulteriormente.

Purtroppo tutto ciò porta con sé alcune conseguenze tuttaltro che positive: l’età avanzata, infatti, spesso è accompagnata da tutta una serie di condizioni mediche gravi che necessitano di cure specifiche. Ad essere colpita, però, non è solo la salute fisica delle persone anziane: in molti casi, infatti, un organismo ben conservato può comunque mostrare i segni della malattia a livello mentale.

Ad esempio, le stime prevedono che nei prossimi quarant’anni il morbo di Alzheimer mieterà un numero di vittime sempre maggiore mettendo a repentaglio così la qualità della vita delle persone anziane in maniera sempre più preoccupante.

Al morbo di Alzheimer e ad altre forme di demenza senile spesso si accompagna la depressione, una malattia che in questa fase della vita crea non pochi problemi agli specialisti di salute mentale dal momento che non è ancora stato possibile stabilire l’esatto legame tra i due problemi: ovvero se sia la depressione a causare l’Alzheimer e la demenza o viceversa.

Uno studio della University of California San Francisco, condotto dalla Dottoressa Deborah Barnes sembra, però, essere riuscito a gettare un fascio di luce sulla questione individuando alcune differenze sostanziali che potrebbero permettere di stabilire l’esatta connessione tra l’insorgere della demenza e la depressione in età avanzata.

Secondo le ricerche pubblicate a maggio dalla Dottoressa Barnes e dal suo team, la demenza vascolare potrebbe essere causata dall’insorgenza della depressione di mezza età e dalle sue eventuali ricadute successive. Solo se la depressione appare per la prima volta in età avanzata, questa potrebbe essere un sintomo del morbo di Alzheimer.

Lo studio della Dottoressa Barnes sembra suggerire la possibilità di mantenere intatte le funzioni cognitive anche in età avanzata e anche a seguito di episodi depressivi durante la mezza età: per ottenere questo risultato è, però, necessario trattare in maniera adeguata gli stati depressivi che si presentano prima dell’arrivo della terza età così da poter scongiurare o quantomeno ritardare l’eventuale insorgenza dei vari tipi di demenza. Questo sarebbe già un gran passo avanti in campo sanitario alla luce delle statistiche tuttaltro che rosee in merito all’incremento dei casi di demenza a cui va incontro la popolazione mondiale nel corso dei prossimi anni.

La ricerca della Dottoressa Barnes ha preso in considerazione un campione di 13535 pazienti a lungo termine del Kaiser Permanente Medical Care Program of Northern California: per poter effettuare questo studio, sono stati presi in esame i risultati dei check-up dei pazienti risalenti al periodo dal 1964 al 1973, all’epoca in cui avevano tra i 40 e i 55 anni. Al momento del check-up ai pazienti erano state chieste informazioni in merito a eventuali stati depressivi e per poter effettuare una ricerca adeguata il team della Dottoressa Barnes ha preso in considerazione anche gli eventuali ricoveri ospedalieri avvenuti tra il 1971 e il 1974.

Chi tra questi ha riportato di soffrire di depressione o è stato ricoverato in ospedale a causa della depressione è stato identificato come affetto da depressione nella mezza età. Chi, invece, ha mostrato di soffrire di depressione negli anni tra il 1994 e il 2000, è stato classificato tra quanti hanno manifestato segni di depressione in età avanzata. Per quanto riguarda i casi di demenza, invece, si sono presi in considerazione i referti dal 2003 al 2009.

I pazienti ancora in vita e non che avevano ricevuto una diagnosi di demenza prima del 2003 hanno potuto prendere parte allo studio della Dottoressa Barnes che è arrivato a delle conclusioni piuttosto soddisfacenti.

Al termine delle comparazioni tra i vari risultati ottenuti, infatti, è emerso che la depressione cronica riscontrata durante il corso della vita in alcuni pazienti potrebbe essere associata in maniera eziologica al rischio di demenza, in particolare per quanto riguarda la demenza vascolare.

Una depressione che insorga per la prima volta in età avanzata, invece, dimostra di essere prodroma alla demenza dovuta al morbo di Alzheimer. Seguiranno negli anni a venire degli studi ulteriori per poter capire se un intervento tempestivo sulla depressione di mezza età possa contribuire ad evitare l’insorgere della demenza in età avanzata.

Fonte: http://archpsyc.jamanetwork.com/article.aspx?articleid=1151485

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