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Alcune ricerche, effettuate recentemente per gettare luce nel campo della depressione precoce, sembrano indicare che le caratteristiche cliniche del disturbo depressivo maggiore potrebbero permettere di riconoscere in modo tempestivo tutti quei pazienti che presentano un rischio genetico di sviluppare altri disturbi psichiatrici gravi.

I risultati di uno studio svolto da un’equipe di ricercatori del Vrije Universiteit University Medical Center di Amsterdam, nei Paesi Bassi, e apparso sulle pagine della rivista specializzata Biological Psychiatry, hanno mostrato che i pazienti che iniziano a soffrire di depressione precoce in giovane età, manifestando dei sintomi più gravi rispetto alla norma, presentano un rischio genetico maggiore che li predispone a sviluppare un disturbo depressivo maggiore, un disturbo bipolare o la schizofrenia nel corso della loro vita.

Queste scoperte mettono in risalto le somiglianze genetiche presenti tra i sottogruppi di pazienti affetti da disturbo depressivo maggiore sulla base delle loro caratteristiche cliniche. Benché i ricercatori siano consapevoli del fatto che la genetica gioca un ruolo fondamentale nello sviluppo di un disturbo depressivo maggiore, la natura complessa dei pazienti affetti da questa malattia ha ostacolato ogni forma di ricerca che avrebbe potuto essere intrapresa per analizzare il loro rischio genetico.

Lo studio sulla Depressione Precoce

I risultati ottenuti grazie a questo nuovo studio olandese, offrono un modo efficace per poter stratificare la vasta gamma di pazienti affetti da disturbo depressivo maggiore. Questa operazione potrebbe, quindi, migliorare di molto la possibilità d’identificare i geni responsabili della malattia.

“Si tratta di una scoperta importante dal momento che sembra voler indicare l’utilità di creare dei gruppi di pazienti depressi più omogenei a livello del fenotipo quando si vogliono cercare dei geni associati al disturbo depressivo maggiore” ha affermato il primo co-autore dello studio, la Dr.ssa Judith Verduijn.

Brenda Penninx, Ph.D., e il Dr Yuri Milaneschi hanno esaminato i dati relativi al genoma di 3331 persone. 1539 di queste persone avevano ricevuto una diagnosi per un disturbo depressivo maggiore. Questi dati provengono dal Netherlands Study of Depression and Anxiety, ovvero lo Studio nederlandese della depressione e dell’ansia.

Per ognuno dei pazienti, i ricercatori hanno calcolato i punteggi relativi ai profili di rischio genomico per il disturbo depressivo maggiore, il disturbo bipolare e la schizofrenia.

Il carico genetico più alto per i tre disturbi psichiatrici è stato associato soltanto alle caratteristiche legate ad una forma più grave di depressione, come ad esempio una depressione apparsa precocemente, dai sintomi depressivi di intensità elevata e molti altri sintomi specifici di questo disturbo.

L’analisi non è stata in grado di rivelare alcuna associazione tra i punteggi dei profili di rischio genetico e la durata dei sintomi, gli antecedenti familiari di depressione, gli episodi ricorrenti di disturbo depressivo maggiore o il livello di gravità del disturbo depressivo maggiore.

“Questo studio rafforza l’idea che i disturbi psichiatrici sono eterogenei e che le forme precoci e più gravi di depressione sono quelle che presentano il più grande rischio di ereditabilità” ha affermato il Dr. John Krystal, redattore della rivista Biological Psychiatry.

Fonte: Nauert PhD, R. (2017). Early Depression May Indicate Genetic Risk for Additional Mental Illness. Psych Central. Retrieved on March 3, 2017

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