Nel vasto panorama della medicina moderna, un crescente corpo di ricerche sta evidenziando un interessante legame tra il nostro intestino e il nostro stato mentale, tra la disbiosi e disturbi psichiatrici: il cosiddetto asse intestino-cervello. Questa idea si basa sul fatto che l’intestino e il cervello comunicano costantemente fra loro, e che il bilanciamento delle popolazioni batteriche nel nostro intestino, conosciuto come microbiota intestinale, può avere un impatto significativo sulla nostra salute mentale.
Introduzione e contesto
Recentemente, ricercatori spagnoli hanno condotto una revisione sistematica della letteratura disponibile appena pubblicata sulla rivista Frontiers in Psychology sul legame tra il microbiota intestinale e vari disturbi psichiatrici, come la depressione, lo stress, i disturbi dell’alimentazione, gli episodi psicotici e i disturbi dello spettro autistico.
Questo lavoro si basa su un gran numero di studi che hanno dimostrato come la cosiddetta disbiosi (uno squilibrio nel microbiota intestinale) possa giocare un ruolo chiave in varie patologie.
Scopo dello studio
Lo scopo di questa revisione sistematica era quello di fornire una panoramica degli studi clinici condotti negli ultimi 11 anni che evidenziano la relazione tra il microbiota intestinale e i disturbi psichiatrici. Gli autori hanno selezionato e valutato 18 articoli che rispettavano i criteri di inclusione, tra cui la presenza di un gruppo di controllo e la qualità metodologica.
Risultati
I risultati della revisione sistematica condotta su questo argomento hanno rivelato un quadro chiaro di disbiosi del microbiota intestinale in tutti i disturbi psichiatrici presi in considerazione: depressione, stress, disturbi dell’alimentazione, episodi psicotici e disturbi dello spettro autistico. Gli studi inclusi nella revisione hanno dimostrato differenze significative tra i soggetti affetti da questi disturbi e i controlli sani, ponendo in evidenza una chiara relazione con la composizione del microbiota intestinale.
Meno batteri fermentatori
In particolare, è stato riscontrato un ridotto numero di batteri fermentatori in diverse patologie psichiatriche, che porta a una diminuzione nella produzione di acidi grassi a catena corta (SCFAs). Allo stesso tempo, si è verificato un aumento dei batteri pro-infiammatori, che potrebbe contribuire all’aggravarsi di queste patologie. Questi risultati indicano un’alterazione nella diversità microbica nei pazienti affetti da depressione rispetto ai controlli sani.
Stress e Disbiosi
Un altro dato interessante è emerso dalla correlazione tra il microbiota intestinale e lo stress. Uno studio ha mostrato una correlazione negativa tra i punteggi dei questionari di stress auto-riferito e la presenza di specifici batteri del genere Faecalibacterium e della famiglia Ruminococcaceae. Questo suggerisce che una ridotta presenza di questi batteri possa essere associata a livelli più elevati di stress.
Disbiosi e Autismo
È stato dimostrato anche un legame tra il microbiota intestinale e i disturbi dello spettro autistico. Diversi studi hanno rilevato una disbiosi del microbiota intestinale nei soggetti con disturbi dello spettro autistico, con un’elevata presenza di batteri patogeni e una riduzione dei batteri benefici. Inoltre, sono state osservate ridotte concentrazioni di SCFAs e diversi disturbi metabolici correlati.
Studi di intervento che hanno utilizzato probiotici e prebiotici hanno dimostrato un cambiamento nel microbiota intestinale, con un aumento dei batteri fermentatori e un miglioramento del metabolismo di sostanze quali la dopamina e il triptofano.
Ricadute Cliniche dei risultati
L’importanza del microbiota intestinale nella salute mentale apre nuove prospettive nel campo dei trattamenti psichiatrici. L’utilizzo di strategie volte a modulare il microbiota intestinale potrebbe rappresentare un’opzione promettente per il trattamento di diverse patologie, come malattia infiammatoria intestinale, malattie metaboliche e infiammatorie, cancro e altro ancora. Tuttavia, ulteriori ricerche sono necessarie per confermare l’efficacia di tali approcci terapeutici e determinare la loro idoneità clinica.
Conclusioni
La revisione sistematica condotta su questo argomento conferma un evidente squilibrio del microbiota intestinale in tutti i disturbi psichiatrici analizzati. L’identificazione di questo legame apre nuove possibilità di trattamento e prevenzione dei disturbi mentali attraverso una corretta modulazione del microbiota.
Resta da stabilire se la disbiosi intestinale sia la causa o l’effetto di queste patologie, ma la correlazione tra microbiota intestinale e salute mentale è stata confermata da molti studi.
Dobbiamo affrontare ulteriori indagini per comprendere appieno come il microbiota intestinale influenzi la nostra salute mentale e come possiamo sfruttare queste conoscenze per migliorare le terapie psichiatriche. Il futuro nella ricerca sulla relazione tra microbiota intestinale e disturbi psichiatrici è molto promettente e offre nuove prospettive per la cura della mente e del corpo.
Fonte:
Grau-Del Valle C, Fernández J, Solá E, Montoya-Castilla I, Morillas C, Bañuls C. Association between gut microbiota and psychiatric disorders: a systematic review. Front Psychol. 2023 Aug 3;14:1215674.
Buongiorno, mio figlio ha quasi 11 anni è adhd con disregolazione e motiva e dop. Ho effettuato l’analisi del microbiota intestitale e risulta una carenza dei batteri e una flora batterica squilibrata. Mi potrebbe aiutare?
Gentile Veronica,
grazie per avermi scritto riguardo alla situazione di Suo figlio. La combinazione di ADHD, disregolazione emotiva e disturbo oppositivo provocatorio (DOP) rappresenta certamente una sfida significativa. È interessante che abbia effettuato un’analisi del microbiota intestinale, dato che negli ultimi anni la ricerca sta esplorando sempre più il collegamento tra microbiota intestinale e funzioni cerebrali, includendo anche disturbi del neurosviluppo come l’ADHD.
Lo squilibrio del microbiota intestinale (disbiosi) che Lei ha riscontrato potrebbe effettivamente avere un ruolo nel quadro clinico di Suo figlio. L’asse intestino-cervello è un sistema bidirezionale di comunicazione che coinvolge pathways neurali, immunitari ed endocrini. Alterazioni del microbiota possono influenzare la produzione di neurotrasmettitori, la risposta infiammatoria e lo sviluppo neurologico.
Per quanto riguarda possibili interventi, suggerirei di considerare di consultare un gastroenterologo pediatrico o un nutrizionista specializzato in disturbi del neurosviluppo per una valutazione specifica dei risultati dell’analisi del microbiota e valutare con lo specialista l’opportunità di intervenire con probiotici specifici, selezionati in base ai ceppi carenti rilevati dall’analisi.
È importante sottolineare che, sebbene la ricerca sull’asse microbiota-intestino-cervello sia promettente, siamo ancora in una fase in cui non possiamo definire con certezza protocolli standardizzati per questi disturbi. Qualsiasi intervento sul microbiota dovrebbe essere considerato come parte di un approccio integrato e personalizzato, sempre in coordinamento con i medici che seguono Suo figlio.
Cordiali saluti
Federico Baranzini