Il rischio di MCI e demenza nei pazienti con disturbi del sonno
I disturbi del sonno rappresentano un problema di salute pubblica in costante aumento a livello globale. Secondo le stime, circa un terzo della popolazione adulta soffre di insonnia o altri disturbi del sonno. Questi disturbi non solo compromettono la qualità della vita, ma sono anche associati a un maggiore rischio di sviluppare condizioni croniche come demenza, malattie cardiovascolari, diabete, obesità e declino cognitivo.
Il legame tra sonno e funzione cognitiva è stato ampiamente studiato, evidenziando come una privazione cronica di sonno o disturbi del sonno non trattati possano contribuire allo sviluppo di deficit cognitivi lievi (Mild Cognitive Impairment, MCI) e, in casi più gravi, demenza. La compromissione delle fasi del sonno, in particolare del sonno REM, sembra giocare un ruolo cruciale in questo processo.
Comprendere appieno il rischio di declino cognitivo associato al disturbo comportamentale della fase REM del sonno (iRBD) e disporre di strumenti predittivi affidabili può consentire interventi tempestivi e una migliore gestione dei pazienti, migliorando potenzialmente la qualità della vita e ritardando la progressione verso la demenza.
Questo articolo mira a fornire una panoramica su come affrontare questa sfida clinica crescente.
Argomenti centrali dell’articolo
- Circa un terzo della popolazione adulta soffre di insonnia o altri disturbi del sonno, che possono aumentare il rischio di malattie croniche e declino cognitivo.
- Il disturbo comportamentale della fase REM del sonno (iRBD) è strettamente correlato a malattie neurodegenerative come la demenza a corpi di Lewy e il morbo di Parkinson.
- Il deficit cognitivo lieve (MCI) e la demenza sono condizioni lungo uno spettro di deterioramento cognitivo, con l’MCI che può progredire verso la demenza.
- Fattori di rischio per MCI e demenza includono età avanzata, genetica, fattori vascolari, traumi cranici, depressione, stile di vita e disturbi del sonno.
- Il Montreal Cognitive Assessment (MoCA) e il Clock Drawing Test (CDT) sono strumenti di screening cognitivo utili per predire l’insorgenza di MCI e demenza nei pazienti con iRBD.
- Strategie di gestione per pazienti iRBD a rischio di declino cognitivo includono terapie farmacologiche, interventi non farmacologici, modifiche dello stile di vita, e supporto per i caregiver.
Indice dei contenuti
L’Importanza del Disturbo Comportamentale della Sonno REM del Sonno (iRBD)
Tra i vari disturbi del sonno, il disturbo comportamentale della fase REM del sonno (iRBD) ha attirato particolare attenzione per la sua stretta correlazione con le malattie neurodegenerative. L’iRBD è caratterizzato da un’assenza di paralisi muscolare durante il sonno REM, causando movimenti o comportamenti anomali come parlare, gridare o persino agire i propri sogni in modo violento.
Ecco una tabella delle caratteristiche cliniche del disturbo comportamentale della fase REM del sonno (iRBD) con la loro percentuale di comparsa nei pazienti, basata su studi e ricerche disponibili. Tieni presente che le percentuali possono variare in base alle diverse popolazioni studiate e ai metodi di raccolta dei dati.
Tabella delle caratteristiche cliniche del disturbo comportamentale della fase REM del sonno (iRBD)
Caratteristica clinica | Percentuale di comparsa |
---|---|
Movimenti violenti durante il sonno | 70-100% |
Vocalizzazioni durante il sonno | 50-90% |
Comportamenti aggressivi durante il sonno | 30-70% |
Ricordo dei sogni vissuti durante gli episodi | 60-90% |
Sogni a contenuto spiacevole o violento | 70-90% |
Lesioni personali o del partner durante il sonno | 30-50% |
Disturbi del sonno concomitanti | 20-40% |
Sonnolenza diurna | 10-30% |
Depressione | 10-30% |
Ansia | 10-20% |
Disturbo da stress post-traumatico | <10% |
Malattie neurodegenerative associate (es. malattia di Parkinson) | Variabile in base alla popolazione studiata |
Numerosi studi hanno dimostrato che i pazienti con iRBD hanno un rischio significativamente più elevato di sviluppare demenza a corpi di Lewy (DLB) o malattia di Parkinson rispetto alla popolazione generale. Inoltre, l’iRBD può precedere i sintomi motori della malattia di Parkinson di diversi anni, offrendo potenzialmente una finestra di opportunità per l’intervento precoce.
Dato il legame evidente tra iRBD e il rischio di declino cognitivo e demenza, diventa fondamentale individuare strumenti e strategie per prevedere accuratamente l’insorgenza di MCI e demenza in questa popolazione di pazienti.
Deficit Cognitivo Lieve (MCI) e la Demenza
Cosa sono MCI e Demenza?
Il deficit cognitivo lieve (MCI) e la demenza rappresentano due condizioni distinte ma correlate lungo uno spettro di deterioramento cognitivo. È fondamentale comprendere le loro caratteristiche e differenze.
Deficit Cognitivo Lieve (MCI)
L’MCI è una condizione di transizione tra l’invecchiamento cognitivo normale e la demenza. Le persone con MCI presentano un lieve deficit della memoria, del linguaggio, del pensiero o delle abilità visuo-spaziali maggiore di quanto ci si aspetterebbe per la loro età, ma non abbastanza grave da interferire significativamente con le attività quotidiane. L’MCI può rimanere stabile per anni o progredire verso la demenza.
Demenza
La demenza è un termine generale che descrive una serie di sintomi cognitivi cronici e progressivi, come la perdita di memoria, il deficit del linguaggio, del giudizio e del ragionamento, che compromettono gravemente le normali attività quotidiane. Esistono diversi tipi di demenza:
- Malattia di Alzheimer: La forma più comune di demenza, caratterizzata dalla formazione di placche amiloidi e grovigli neurofibrilllari nel cervello.
- Demenza Vascolare: Causata da danni cerebrali dovuti a ictus o scarso apporto di sangue.
- Demenza a Corpi di Lewy (DLB): Causata dall’accumulo di proteine anormali chiamate corpi di Lewy nei neuroni. Spesso associata a sintomi motori simili al Parkinson.
- Demenza Frontotemporale: Colpisce principalmente i lobi frontali e temporali del cervello, causando cambiamenti di personalità e comportamento.
Fattori di Rischio per MCI e Demenza
Numerosi fattori possono aumentare il rischio di sviluppare MCI e demenza, tra cui:
- Età avanzata: Il principale fattore di rischio non modificabile.
- Genetica: Alcune mutazioni genetiche aumentano il rischio di certe forme di demenza.
- Fattori vascolari: Ipertensione, colesterolo alto, diabete e obesità aumentano il rischio.
- Traumi cranici: Lesioni cerebrali possono contribuire allo sviluppo della demenza.
- Depressione: Associata a un aumentato rischio di declino cognitivo.
- Stile di vita: Fumo, scarsa attività fisica e dieta inadeguata sono fattori di rischio.
- Disturbi del sonno: Una quantità o qualità inadeguata di sonno può favorire il declino cognitivo, come evidenziato dal legame con l’iRBD.
Identificare e affrontare questi fattori di rischio modificabili è fondamentale per una prevenzione efficace di MCI e demenza. Un approccio multifattoriale che coinvolge sia stile di vita che gestione medica delle condizioni correlate può ridurre significativamente il rischio complessivo.
Il Ruolo dei Disturbi del Sonno nel Declino Cognitivo
Il Legame tra iRBD e Malattie Neurodegenerative
Numerosi studi hanno evidenziato una stretta correlazione tra il disturbo comportamentale della fase REM del sonno (iRBD) e un aumentato rischio di sviluppare malattie neurodegenerative come la demenza a corpi di Lewy (DLB) e il morbo di Parkinson.
Una vasta meta-analisi che ha incluso oltre 20 studi e quasi 1.500 pazienti con iRBD ha rivelato che circa il 73% di questi pazienti ha sviluppato una sinucleinopatia (malattia da accumulo di alfa-sinucleina come nel Parkinson o la DLB) dopo un follow-up medio di 7,5 anni.
Nello specifico, circa un terzo dei pazienti con iRBD ha sviluppato la demenza a corpi di Lewy, rendendola la seconda più comune sinucleinopatia dopo il morbo di Parkinson in questa popolazione. La DLB è caratterizzata da un declino cognitivo progressivo, allucinazioni visive ricorrenti e segni motori simili al Parkinson.
Questi dati suggeriscono che l’iRBD potrebbe rappresentare una fase prodromica della DLB e di altre sinucleinopatie, precedendo di molti anni l’insorgenza dei sintomi motori e cognitivi conclamati. Pertanto, l’identificazione precoce dell’iRBD offre una finestra di opportunità unica per un intervento tempestivo volto a rallentare o prevenire la progressione verso la demenza.
Cosa sono le sinucleinopatie e che ruolo gioca la alfa-sinucleina
Le sinucleinopatie sono un gruppo di malattie neurodegenerative caratterizzate dall’accumulo anomalo di una proteina chiamata alfa-sinucleina all’interno dei neuroni e delle strutture sinaptiche. Queste patologie includono la malattia di Parkinson, la demenza con corpi di Lewy (DCL), l’atrofia multisistemica (MSA) e alcune forme di demenza familiare legate alla mutazione del gene dell’alfa-sinucleina.
L’alfa-sinucleina è una proteina presente nel cervello, il cui ruolo fisiologico esatto non è ancora completamente chiarito. Tuttavia, si ritiene che sia coinvolta nella regolazione della trasmissione sinaptica, nel trasporto vescicolare e nella modulazione dell’attività enzimatica.
Nelle sinucleinopatie, l’alfa-sinucleina subisce alterazioni conformazionali e si aggrega formando strutture insolubili e tossiche, chiamate “corpi di Lewy” o “inclusioni gliali“, a seconda del tipo di cellula in cui si accumulano. Queste aggregazioni proteiche portano a disfunzione cellulare, degenerazione neuronale e, infine, alla comparsa di sintomi motori e cognitivi.
Il ruolo esatto dell’alfa-sinucleina nella patogenesi delle sinucleinopatie non è ancora completamente compreso, ma si ritiene che la sua aggregazione e accumulo siano il risultato di una combinazione di fattori genetici, ambientali e legati all’invecchiamento. Alcune mutazioni nel gene dell’alfa-sinucleina possono aumentare la propensione della proteina ad aggregarsi e a formare strutture tossiche, contribuendo così allo sviluppo delle sinucleinopatie.
Meccanismi alla Base del Legame tra iRBD al declino cognitivo
Sebbene i meccanismi precisi che collegano l’iRBD al declino cognitivo e alla demenza non siano ancora completamente chiari, diverse ipotesi sono state proposte:
- Diffusione della patologia dell’alfa-sinucleina: L’iRBD potrebbe essere causato da un accumulo iniziale di alfa-sinucleina nei nuclei del tronco encefalico coinvolti nella regolazione del sonno REM. Questa patologia potrebbe diffondersi gradualmente ad altre regioni cerebrali, portando a disfunzioni cognitive e motorie.
- Infiammazione e stress ossidativo: I disturbi del sonno cronici possono contribuire all’infiammazione e allo stress ossidativo a livello cerebrale, promuovendo l’accumulo di proteine tossiche e il danno neuronale.
- Deprivazione di sonno e clearance delle proteine tossiche: Un sonno di qualità scarsa o insufficiente potrebbe compromettere i meccanismi di clearance delle proteine tossiche come l’alfa-sinucleina, favorendone l’accumulo nel cervello.
- Disregolazione dei ritmi circadiani: I disturbi del sonno possono alterare i ritmi circadiani e i cicli di sonno-veglia, con conseguenti effetti negativi sui processi fisiologici cerebrali e un maggiore rischio di declino cognitivo.
È probabile che una combinazione di questi meccanismi contribuisca al legame tra iRBD e demenza. Ulteriori ricerche sono necessarie per comprendere appieno queste complesse interazioni e identificare potenziali bersagli terapeutici.
Disturbi del Sonno e Decadimento Cognitivo: non solo disturbo comportamentale della fase REM (iRBD)
I disturbi del sonno comprendono diverse condizioni che influenzano la qualità, durata e comportamento del sonno, come l’insonnia, i disturbi del ritmo circadiano, la respirazione disturbata, l’ipersonnia/narcolessia, le parasonnie, e la sindrome delle gambe senza riposo. Questi non solo alterano il riposo notturno ma possono anche avere un impatto sulle funzioni cognitive, contribuendo al declino cognitivo.
Non è solo il disturbo comportamentale della fase REM (iRBD) ad avere effetti sul declino cognitivo; altri disturbi del sonno possono avere un ruolo insidioso nell’insorgenza di sintomi che influenzano le capacità cognitive. Il declino cognitivo può manifestarsi in diversi modi a seconda del tipo di disturbo del sonno, con studi che dimostrano come certe condizioni, come l’apnea notturna o l’insonnia, possano essere associate a variazioni nelle prestazioni cognitive.
La ricerca ha evidenziato che i disturbi del sonno possono essere un fattore di rischio per il peggioramento delle funzioni cognitive, influenzando diverse aree come la memoria, l’attenzione, e la velocità di elaborazione delle informazioni.
Inoltre, è stato osservato che i problemi di sonno possono anticipare la depressione e altri segni di neurodegenerazione, complicando ulteriormente il quadro clinico.
La gestione dei disturbi del sonno è cruciale non solo per migliorare la qualità del riposo ma anche per preservare le funzioni cognitive e mitigare il rischio di declino. Il National Comprehensive Cancer Network raccomanda di valutare attentamente e trattare i disturbi del sonno, sottolineando l’importanza di affrontare questi problemi nel contesto della salute complessiva.
Ecco una tabella che riporta i principali disturbi del sonno, le loro sotto-tipologie e i disturbi cognitivi a cui possono predisporre secondo gli studi di letteratura:
Disturbo del sonno | Sotto-tipologie | Disturbi cognitivi associati |
---|---|---|
Insonnia | – Insonnia acuta (a breve termine) – Insonnia cronica (a lungo termine) – Insonnia da ritardo di fase – Insonnia da anticipo di fase | – Difficoltà di concentrazione e attenzione – Ridotta capacità di memoria – Difficoltà nel processo decisionale – Ridotta velocità di elaborazione delle informazioni |
Apnea del sonno | – Apnea ostruttiva del sonno (OSA) – Apnea centrale del sonno (CSA) – Apnea mista del sonno | – Deficit di attenzione e concentrazione – Problemi di memoria – Ridotta funzione esecutiva – Difficoltà nell’elaborazione visuospaziale |
Narcolessia | – Narcolessia di tipo 1 – Narcolessia di tipo 2 | – Difficoltà di concentrazione e attenzione – Problemi di memoria a breve termine – Ridotta funzione esecutiva – Difficoltà nel processo decisionale |
Disturbi del ritmo circadiano | – Sindrome da ritardo di fase del sonno – Sindrome da anticipo di fase del sonno – Jet lag – Disturbo del ritmo sonno-veglia legato al turno di lavoro | – Deficit di attenzione e concentrazione – Problemi di memoria – Ridotta funzione esecutiva – Difficoltà nel processo decisionale |
Sonnambulismo | Nessuna sotto-tipologia specifica | – Possibile amnesia per gli eventi durante l’episodio di sonnambulismo |
Terrore notturno | Nessuna sotto-tipologia specifica | – Possibile amnesia per gli eventi durante l’episodio di terrore notturno |
Paralisi nel sonno | Nessuna sotto-tipologia specifica | – Nessun disturbo cognitivo specifico associato |
Sindrome delle gambe senza riposo | – Sindrome delle gambe senza riposo idiopatica – Sindrome delle gambe senza riposo secondaria | – Difficoltà di concentrazione e attenzione – Problemi di memoria – Ridotta funzione esecutiva – Difficoltà nel processo decisionale |
Strumenti Predittivi per il Declino Cognitivo nei Pazienti con iRBD
Data la forte associazione tra iRBD e un aumentato rischio di sviluppare demenza, in particolare la demenza a corpi di Lewy (DLB), diventa cruciale identificare strumenti di screening cognitivo affidabili per questa popolazione di pazienti.
Un riconoscimento precoce dei deficit cognitivi può consentire interventi tempestivi e una migliore gestione della malattia.
Montreal Cognitive Assessment (MoCA)
Il Montreal Cognitive Assessment (MoCA) è uno strumento di screening cognitivo breve ampiamente utilizzato per rilevare deficit cognitivi lievi. Numerosi studi hanno dimostrato l’utilità del MoCA nel predire l’insorgenza di MCI e demenza, inclusa la DLB, nei pazienti con iRBD.
Un recente studio prospettico su 94 pazienti con iRBD ha rilevato che punteggi bassi (dove più sono bassi peggiore è stata la prestazione al test) al MoCA erano predittivi di una futura conversione a MCI o demenza entro un periodo di follow-up di 3 anni. In particolare, un punteggio MoCA inferiore a 26 su 30 era associato a un rischio 5 volte superiore di sviluppare MCI o demenza.
Inoltre, il MoCA sembra essere particolarmente sensibile nel rilevare deficit cognitivi specifici associati alla DLB, come le disfunzioni esecutive, l’attenzione e la memoria visuo-spaziale.
Clock Drawing Test (CDT)
Il Clock Drawing Test (CDT) è un semplice strumento di screening che richiede al paziente di disegnare un orologio con le lancette che indicano un orario specifico. Nonostante la sua apparente semplicità, il CDT valuta diverse funzioni cognitive, come le abilità visuo-spaziali, esecutive e la memoria procedurale.
Diversi studi hanno dimostrato l’utilità del CDT nel predire il declino cognitivo e la demenza nei pazienti con iRBD. Un punteggio basso al CDT è stato associato a un rischio significativamente più elevato di sviluppare MCI o demenza, inclusa la DLB, nei successivi 2-3 anni di follow-up.
Il CDT sembra essere particolarmente sensibile nell’individuare i deficit visuo-spaziali e le disfunzioni esecutive tipicamente osservate nelle fasi iniziali della DLB.
Analisi Comparativa degli Strumenti di Screening
Sebbene sia il MoCA che il CDT abbiano dimostrato la loro utilità come strumenti di screening cognitivo nei pazienti con iRBD, alcuni studi hanno cercato di confrontarne le prestazioni e identificare possibili vantaggi nell’utilizzo combinato.
Una recente meta-analisi ha rivelato che, mentre entrambi i test mostrano un’accuratezza simile nella predizione del declino cognitivo, il MoCA sembra essere leggermente più sensibile nell’identificare i pazienti iRBD che svilupperanno MCI, mentre il CDT potrebbe essere più specifico per la DLB.
Pertanto, l’utilizzo combinato di MoCA e CDT può fornire una valutazione cognitiva più completa, catturando diversi aspetti del funzionamento cognitivo e aumentando la capacità di identificare precocemente i pazienti a rischio di sviluppare MCI o demenza.
È importante sottolineare che questi strumenti di screening non sono sufficienti per una diagnosi definitiva, ma possono guidare ulteriori valutazioni e monitoraggio da parte di professionisti sanitari qualificati.:
Implicazioni Cliniche e Gestione dei Pazienti
Screening e Diagnosi
Sulla base delle evidenze emerse, è fondamentale implementare uno screening cognitivo regolare per i pazienti con disturbo comportamentale della fase REM del sonno (iRBD). Ecco alcune linee guida suggerite per i clinici:
- Valutazione Iniziale: Ai pazienti di nuova diagnosi con iRBD dovrebbe essere somministrato uno screening cognitivo di base utilizzando strumenti come il Montreal Cognitive Assessment (MoCA) e il Clock Drawing Test (CDT). Questo stabilirà un livello di funzionamento cognitivo di partenza.
- Follow-up Periodici: I pazienti iRBD dovrebbero essere sottoposti a un monitoraggio cognitivo annuale o bi-annuale, ripetendo il MoCA, il CDT e altri test neuropsicologici pertinenti. Questo consentirà di rilevare precocemente eventuali declini cognitivi.
- Coinvolgimento di Specialisti: In caso di deficit cognitivi evidenti o rapido declino, i pazienti dovrebbero essere prontamente indirizzati a neurologi, geriatri o altri specialisti per una valutazione approfondita e una potenziale diagnosi di MCI o demenza.
- Imaging Cerebrale: Laddove indicato, tecniche di neuroimaging come la risonanza magnetica cerebrale o la PET possono essere utili per valutare l’atrofia cerebrale o i patterns di ipometabolismo associati a diverse forme di demenza.
- Valutazione Multidisciplinare: Un approccio multidisciplinare che coinvolge medici, psicologi, terapisti occupazionali e altri professionisti può garantire una valutazione olistica delle funzioni cognitive, comportamentali e funzionali del paziente.
Uno screening e un monitoraggio cognitivo tempestivi sono cruciali per migliorare la gestione clinica dei pazienti con iRBD a rischio di demenza.
Strategie di Gestione per Pazienti iRBD a Rischio di Declino Cognitivo
Oltre allo screening regolare, esistono diverse strategie che possono essere adottate per la gestione dei pazienti con iRBD a rischio di sviluppare MCI o demenza:
- Terapie Farmacologiche: Sebbene non esistano ancora terapie approvate specificamente per l’iRBD, farmaci come gli inibitori dell’acetilcolinesterasi (ad es. rivastigmina, donepezil) possono essere presi in considerazione nelle fasi iniziali della demenza per rallentare il declino cognitivo.
- Terapie Non Farmacologiche: Interventi non farmacologici come l’esercizio fisico regolare, la stimolazione cognitiva, la terapia occupazionale e la gestione dello stress possono contribuire a preservare le funzioni cognitive e rallentare la progressione della demenza.
- Modifiche dello Stile di Vita: Incoraggiare uno stile di vita sano, con una dieta equilibrata, un sonno di qualità e l’evitamento di fattori di rischio come il fumo e l’abuso di alcol, può avere un impatto positivo sulla salute cognitiva.
- Supporto e Risorse per i Caregiver: È fondamentale fornire supporto e risorse ai caregiver dei pazienti con iRBD e demenza, poiché la gestione di queste condizioni può essere impegnativa sia fisicamente che emotivamente.
Un approccio multidisciplinare e personalizzato che combina diverse strategie farmacologiche, non farmacologiche e di stile di vita può contribuire a rallentare il declino cognitivo e migliorare la qualità di vita dei pazienti con iRBD a rischio di demenza.
Direzioni Future nella Ricerca
Nonostante i progressi compiuti nella comprensione del legame tra il disturbo comportamentale della fase REM del sonno (iRBD) e il declino cognitivo, permangono ancora diverse lacune nelle conoscenze attuali:
- Eterogeneità Clinica: Mentre molti pazienti con iRBD sviluppano demenza a corpi di Lewy (DLB) o malattia di Parkinson, altri sembrano avere un decorso più benigno. Le ragioni di questa eterogeneità clinica non sono ancora chiare.
- Fattori di Rischio Specifici: Oltre all’iRBD stesso, altri fattori di rischio genetici, ambientali o legati allo stile di vita che influenzano la probabilità di sviluppare demenza devono essere ulteriormente esplorati.
- Biomarcatori Predittivi: Sebbene gli strumenti di screening cognitivo siano utili, la mancanza di biomarcatori affidabili per predire con precisione l’insorgenza della demenza nei pazienti con iRBD rappresenta una lacuna significativa.
- Meccanismi Patologici Sottostanti: I meccanismi precisi che collegano l’iRBD alla diffusione della patologia dell’alfa-sinucleina e al declino cognitivo non sono ancora completamente compresi.
- Interventi Terapeutici Mirati: Non esistono attualmente terapie mirate specificamente per l’iRBD o per prevenire la progressione verso la demenza in questi pazienti.
- Studi Longitudinali a Lungo Termine: Sono necessari studi di follow-up a lungo termine per comprendere meglio la traiettoria naturale del declino cognitivo nei pazienti con iRBD e identificare i fattori predittivi più accurati.
Affrontare queste lacune è fondamentale per migliorare la comprensione, la diagnosi precoce e la gestione dei pazienti con iRBD a rischio di demenza.
Conclusione
La previsione precoce del rischio di MCI e demenza nei pazienti con disturbi del sonno come l’iRBD rappresenta una sfida clinica cruciale. Un’identificazione tempestiva dei pazienti a rischio può consentire interventi precoci e una migliore gestione della malattia, con potenziali benefici in termini di qualità di vita e ritardo della progressione verso la demenza.
È fondamentale che i clinici siano consapevoli dell’associazione tra iRBD e demenza, e implementino uno screening cognitivo regolare utilizzando strumenti validati come il MoCA e il CDT. Un approccio multidisciplinare che coinvolga neurologi, geriatri, specialisti del sonno e altri professionisti è essenziale per una valutazione e una gestione a 360° dei pazienti.
Inoltre, sono necessari ulteriori sforzi di ricerca per colmare le lacune nelle conoscenze attuali, sviluppare biomarcatori predittivi più accurati e identificare potenziali terapie mirate per prevenire o rallentare la progressione del declino cognitivo in questa popolazione a rischio.
La collaborazione tra clinici, ricercatori e istituzioni sanitarie sarà cruciale per affrontare questa sfida crescente e migliorare le prospettive dei pazienti con disturbi del sonno a rischio di sviluppare MCI e demenza.
Bibliografia
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