Provare emozioni è un fatto normale della vita e ognuno ne ha un’esperienza diversa. Alcune persone si sentono più forti di altre nel gestire ed esprimere le emozioni, mentre altre persone possono avere difficoltà temporanee o a lungo termine con le emozioni.
Questa difficoltà è talvolta indicata in medicina come ottundimento o appiattimento emotivo (in inglese “emotional blunting”). A seconda della causa, l’offuscamento emotivo può durare da pochi minuti fino a mesi o addirittura anni.
L’ottundimento emotivo non è considerato una patologia psichiatrica vera e propria, ma è considerato un sintomo di una causa sottostante fisica o mentale.
Ci sono varie ragioni per cui una persona potrebbe sperimentare l’offuscamento emotivo e la natura della causa determina il tipo di cura.
Cosa è l’Emotional Blunting?
L’Emotional blunting è un termine usato per descrivere la limitata reattività emotiva di una persona. Le persone con smussamento emotivo possono riferire di sentire uno sgradevole intorpidimento al posto delle emozioni e potrebbero anche non sperimentare del tutto alcuna emozione.
Ci sono molte ragioni per cui una persona potrebbe sperimentare l’offuscamento emotivo. Questo può includere prescrizioni psichiatriche, uso di sostanze e anche alcuni disturbi mentali.
Quali sono i sintomi dell’ottundimento emotivo?
Il sintomo principale che definisce l’ottundimento emotivo è un intorpidimento delle esperienze emotive ovvero come una persona si sente internamente. L’ottundimento emotivo può essere accompagnato da un’affettività “smussata”.
L’offuscamento emotivo è caratterizzata da una limitazione delle emozioni, che si presenta clinicamente come:
- indifferenza e distacco emotivo,
- ridotta reattività,
- bassa motivazione e apatia
L’effetto cosiddetto “smussato” che subentra con l’emotional blunting è particolarmente comune tra le persone con alcune patologie psichiatriche quali la depressione maggiore, da moderata a grave, la schizofrenia o al disturbo post-traumatico da stress (PTSD).
L’ottundimento emotivo può anche essere associato, ma non sempre, ai i seguenti sintomi accessori:
- incapacità di provare felicità e/o tristezza
- irrequietezza
- perdita del desiderio sessuale
- sensazione di disconnessione dalla mente e/o dal corpo
- difficoltà a parlare
- mancanza di motivazione
- difficoltà a socializzare e a creare relazioni
- stanchezza o ottundimento
- difficoltà a provare amore o affetto verso se stessi o gli altri
- indifferenza, anche verso attività o cause che una volta si ritenevano importanti
- difficoltà di concentrazione
- dimenticanza
- compulsione verso comportamenti sconsiderati o autolesionistici al fine di sentire qualcosa.
L’offuscamento emotivo può anche riflettersi in una riduzione del desiderio sessuale e nell’apatia e ognuna di queste caratteristiche può ridurre la qualità della vita.
Differenza tra Emotional Blunting e Anedonia
Il blocco emotivo si sovrappone fenotipicamente all’anedonia, tuttavia le due condizioni non sono identiche. L’anedonia è uno stato di ridotta capacità di provare sentimenti di piacere ed è un sintomo comune nella Depressione Maggiore, riportato in circa il 75% dei pazienti. I pazienti con smussamento emotivo molto frequentemente sperimentano l’anedonia, ma le emozioni che vengono smussate non si limitano al piacere: diverse altre emozioni, comprese quelle negative, sono anch’esse smussate o attenuate.
I fattori di rischio dell’offuscamento emotivo
Sembra che alcune persone abbiano maggiori probabilità di sperimentare l’ottundimento emotivo rispetto ad altre. I fattori di rischio più comuni per sviluppare l’offuscamento emotivo includono alcune malattie psichiatriche e alcuni comportamenti o medicinali:
- alessitimia: è un disturbo ancora poco compreso caratterizzato da una difficoltà a riconoscere le emozioni;
- demenza: in particolare sembra che le forme di demenza fronto-temporale o FTD si accompagnino nel loro esordio insidioso con agnosia e ottundimento emotivo;
- traumi cranici: circa il 40% dei soggetti colpiti da questo tipo di traumatismo possono sperimentare la cosiddetta disfunzione socio-emozionale caratterizzata anche dalla presenza di emotional blunting;
- diagnosi di schizofrenia: le persone con schizofrenia spesso sperimentano sintomi “negativi” che gli fanno ridurre o perdere la loro capacità di funzionare normalmente, compresa la loro capacità di provare emozioni;
- diagnosi di disturbo borderline di personalità: il DBP è un disturbo di personalità caratterizzato da intensi cambiamenti di umore. Tuttavia, nei momenti di forte stress, le persone con questo disturbo a volte sperimentano dissociazione, intorpidimento emotivo o distacco dal loro corpo;
- diagnosi di PTSD o disturbo da stress post traumatico: le persone con PTSD possono sperimentare dissociazione e flashback con progressivo distacco emotivo;
- diagnosi attuale o passata di depressione: la depressione può causare sentimenti di vuoto e rendere difficile provare emozioni positive o negative;
- assunzione di alcuni farmaci, come gli antidepressivi (vedi più sotto);
- storia di uso di droghe: in particolare cannabis e oppiacei come l’eroina possono causare emotional blunting per il loro effetto sedativo e depressogeno sul cervello;
- Uso di alcol: l’alcol è un depressore del sistema nervoso centrale è può avere un forte effetto sull’umore di una persona. Per esempio l’alcol può creare sentimenti di intorpidimento. In particolare la Sindrome di Korsakoff, una sindrome da carenza di vitamina B1 dovuta all’alcolismo cronico, si accompagna a apatia e offuscamento emotivo.
Emotional Blunting e Antidepressivi SSRI/SNRI
Alcune prove suggeriscono che l’offuscamento emotivo sia un effetto collaterale della terapia antidepressiva, ma altre prove indicherebbero una ipotesi contraria ovvero che che sia una caratteristica irrisolta del disturbo depressivo maggiore.
Un effetto collaterale degli Antidepressivi
Studi dell’Università di Oxford hanno dimostrato che tra il 46% e il 71% dei pazienti che utilizzano antidepressivi hanno sperimentato l’emotional blunting durante il trattamento. Ma non tutti gli antidepressivi sono uguali da questo punto di vista, infatti anche se la percentuale di persone che hanno sperimentato l’ottundimento emotivo è stata simile tra le varie classi di farmaci, ci sono state delle variazioni: solo il 33% ha sperimentato l’offuscamento emotivo utilizzando una particolare molecola, il bupropione, mentre il 75% ha sperimentato lo stesso effetto utilizzando duloxetina. Gli uomini hanno sperimentato questo effetto più delle donne (54% contro 44%, rispettivamente). Inoltre, la gravità della depressione (misurata prima del trattamento) si è scoperto essere in relazione lineare alla gravità dell’offuscamento emotivo incorso durante il trattamento. Sorprendentemente non tutti i partecipanti degli studi vivevano l’attenuazione delle emozioni allo stesso modo: il 38% lo considerava un risultato positivo del trattamento, mentre il 37% lo vedeva negativamente. In generale però coloro che avevano sintomi di ottundimento più gravi percepivano questo sintomo più negativamente.
Secondo queste ricerche gli antidepressivi più comunemente associati all’offuscamento emotivo rientrano in queste classi:
- Inibitori selettivi della ricaptazione della norepinefrina (SNRI) come duloxetina, venlafaxina;
- Inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) come escitalopram, fluoxetina, sertralina e paroxetina;
- Antidepressivi triciclici e tetraciclici come amitriptilina;
Quali cause neurobiologiche?
Dato che non tutti coloro che assumono antidepressivi sviluppano un ottundimento emotivo è stato difficile per i ricercatori individuare una ragione precisa per questo effetto. La maggior parte degli scienziati ritiene che un singolo neurotrasmettitore non possa essere responsabile. È più probabile che lo squilibrio concomitante di più neurotrasmettitori quali serotonina, dopamina e norepinefrina possa innescare l’effetto di offuscamento e blocco emotivo.
Appare necessario notare, come detto più sopra, che il bupropione appartiene a un’altra classe di antidepressivi noti come inibitori della ricaptazione della dopamina e della noradrenalina. A differenza degli altri, il bupropione non prende di mira la serotonina e si è osservato in studi di neuroimaging cerebrale che a differenza di altri antidepressivi è in grado di aumentare la connettività funzionale di certe aree cerebrali (corteccia prefrontale dorso mediale o dmPFC ritenuta coinvolta nei processi emotivi, in particolare nella regolazione dell’intensità delle emozioni) usualmente non sollecitate da altre molecole.
Uno studio italiano ha valutato l’efficacia di 10 o 20 mg die di vortioxetina in pazienti in trattamento ambulatoriale per Depressione Maggiore che avevano una risposta inadeguata a un SSRI o SNRI e che erano emotivamente offuscati. Circa la metà dei pazienti passati alla vortioxetina non ha riferito alcun ottundimento emotivo dopo poche settimane di trattamento. Gli autori hanno riferito che il miglioramento dell’offuscamento emotivo era associato al miglioramento della funzionalità, così come dell’energia e della motivazione.
Vie neurotrasmettitoriali del Mesencefalo
Gli SSRI aumentano i livelli di serotonina (5-HT, in rosso→→) nel cervello inibendone la ricaptazione a livello presinaptico. Di tutte le regioni corticali il lobo frontale, che è altamente collegato alle risposte emotive umane, mostra la più alta densità di assoni serotoninergici e recettori serotoninergici mentre nel mesencefalo vi è un alto tasso di neuroni dopaminergici (DA, in blu→→) i cui filamenti assonali si proiettano alle regioni prefrontali. I neuroni DA del mesencefalo costituiscono il percorso meso-cortico-limbico più importante per la generazione sia di segnali di ricompensa che di segnalazione di eventi avversi.
Considerando questo stato di cose a livello anatomico un numero sempre maggiore di studi ha suggerito che il fenomeno dell’ottundimento emotivo possa derivare dagli effetti serotoninergici diretti (stimolati degli SSRI) sui lobi frontali stessi ma anche dagli effetti indiretti attraverso una modulazione inibitoria dei sistemi dopaminergici del mesencefalo che a loro volta, come detto, proiettano alla corteccia prefrontale. Alterazioni nei livelli di DA possono quindi spiegare l’intorpidimento delle emozioni sia positive che negative tipicamente riscontrabili nei casi di emotional blunting da farmaci antidepressivi.
Un sintomo residuo della Depressione Maggiore
Altri studi, come accennato, hanno suggerito che l’emotional blunting sia più un “sintomo disvelato” o slatentizzato nel senso che una volta che gli antidepressivi prescritti sono stati in grado di alleviare la depressione del paziente, allora si aprirebbe la possibilità per certi sintomi, tra cui l’offuscamento emotivo, di emergere e rivelarsi alla persona. Questa ipotesi avvallerebbe quindi la necessità di nuovi trattamenti antidepressivi più mirati ed efficaci capaci di colpire questa dimensione sintomatologica nascosta.
Altri ricercatori sostengono che l’offuscamento emotivo potrebbe essere un “sintomo residuo” della depressione: credono che l’offuscamento emotivo sia un sintomo della depressione che non è misurato nelle scale diagnostiche convenzionali ed è spesso trattato in modo incompleto con gli SSRI. La compromissione funzionale e i sintomi residui come l’offuscamento emotivo sono importanti poiché le ricerche hanno dimostrato che i pazienti con Depressione Maggiore con residua compromissione funzionale sono a più alto rischio di ricaduta.
In ultima analisi sono certamente necessarie molte altre ricerche prima di poter trarre delle conclusioni.
Terapie e Trattamenti dell’Emotional Blunting
L’offuscamento emotivo è meglio trattato affrontando la causa o le cause sottostanti che come detto possono essere di differente natura e non necessariamente escludersi a vicenda. Ecco perché è importante vedere un professionista.
Un consulto medico-psichiatrico è sempre un buon punto di partenza in questi casi per valutare l’eventuale presenza di una condizione riconducibile ad una delle cause sopra descritte inclusi ovviamente anche i medicinali antidepressivi. Altre volte tale sindrome emotiva si associa o precede la comparsa o riacutizzazione di una patologia psichiatrica. Per molte delle cause di emotional blunting un professionista potrebbe raccomandare l’avvio di un percorso di psicoterapia. Questo può rivelarsi particolarmente utile con alcune condizioni quali il BPD, il PTSD o la depressione. Con l’aiuto di un terapeuta inoltre si può imparare a far fronte a questa sindrome introducendo utili cambiamenti dello stile di vita che migliorano la forma fisica e il benessere emotivo.
Nel caso in cui si ha il sospetto che l’intorpidimento emotivo sia dovuto all’uso di farmaci, siano essi psichiatrici o meno, in particolare se si è in cura con antidepressivi, va rammentato, che ciò non significa che non si possa godere ugualmente dei benefici del trattamento.
In letteratura sono state descritte almeno due strategie:
La prima opzione da considerare è la riduzione del dosaggio o la sospensione del farmaco. Infatti alcuni pazienti sono tornati ai loro normali stati emotivi dopo aver sospeso il farmaco o abbassato la dose ma non prima di aver raggiunto un soddisfacente controllo della sintomatologia depressiva utilizzando il farmaco per un tempo congruo e ad un dosaggio adeguato. Si tratterebbe quindi di tollerare l’effetto dell’ottundimento sino ad un certo punto. Sono descritti casi in letteratura di pazienti trattati con SSRI che assumono il medicinale 4 giorni alla settimana e mantengono un buon compenso timico e con minimi effetti di ottundimento. In alcuni casi infatti una semplice riduzione della frequenza di assunzione può aiutare a eliminare parte del torpore, ma come sempre l’invito è di discuterne prima con il proprio curante.
Infine una raccomandazione importante: se trovate questa condizione di anestesia emotiva un effetto collaterale così intollerabile, non fate l’errore di interrompere il trattamento senza prima parlarne con il vostro medico. Così facendo potreste assistere ad un “rimbalzo” dei sintomi della depressione o innescare l’effetto opposto, tra cui ansia, agitazione e insonnia.
La seconda strategia è rappresentata dal passaggio a un farmaco di un’altra classe. In studi recenti è stato riscontrato che l’offuscamento emotivo è meno frequente nei pazienti che assumono agomelatina rispetto a escitalopram (SSRI) e meno grave quando terapie a base di SSRI/SNRI vengono cambiate con vortioxetina. A differenza dei tradizionali SSRI e SNRI, l’agomelatina è un agonista della melatonina e un antagonista del 5HT2c (un sottotipo particolare di recettore serotoninergico), mentre la vortioxetina è spesso classificata come modulatore multimodale della serotonina. L’antidepressivo multimodale vortioxetina ha anche mostrato effetti significativi nell’alleviare i sintomi di anedonia nei pazienti con Depressione Maggiore. Inoltre, come detto, la molecola del bupropione ha mostrato di impattare meno severamente sulle emozioni, ottenendo un certa nomea -anche se ancora in termini aneddotici- di farmaco di augmentation ovvero di potenziamento da associare ai trattamenti in corso a base di SSRI. Nel complesso, i risultati degli studi sull’ottundimento emotivo e sull’anedonia suggeriscono che il passaggio dagli SSRI/SNRI ad altri agenti monoaminergici o antidepressivi multimodali potrebbe essere una manovra promettente per gestire l’offuscamento emotivo.
Una terza strategia è stata da pochi anni descritta in letteratura con il progressivo affinarsi e diffondersi dei trattamenti di neuromodulazione cerebrale attraverso per esempio l’utilizzo della Stimolazione Magnetica Transcranica o TMS, che è apparsa promettente nel trattamento dei pazienti cocainomani e schizofrenici affetti da anedonia.
Nel complesso, l’ottundimento emotivo nei pazienti con depressione maggiore rimane in gran parte inesplorato. L’alta prevalenza di questo sintomo, così trasversalmente presente in diverse entità nosografiche afferenti alla psichiatria, richiede una definizione più condivisa e valutazioni cliniche più complete e mirate.
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