La depressione e l’ansia rappresentano due problematiche che alterano la salute mentale di chi ne soffre. Notevoli sono i passi in avanti che sono stati compiuti per il trattamento di questi disturbi. Accanto ai classici interventi che fanno leva su tecniche ormai consolidate per il trattamento di depressione e ansia, è stata studiata e proposta una nuova tecnica.
Nello specifico, si tratta della tecnica degli atti di gentilezza, oggetto di una nuova ricerca pubblicata su The Journal of Positive Psychology,
Il presupposto di base è che compiere atti di gentilezza nei confronti degli altri permette di entrare maggiormente in contatto con gli altri, quindi di creare delle connessioni sane e, allo stesso tempo, di distogliere la propria mente dai problemi quali depressione e ansia. Inoltre, concentrarsi sugli altri e sui loro bisogni permette di percepire se stessi come maggiormente efficaci.
Questa nuova chiave di lettura permetterebbe, in prospettiva, a chi si relaziona con le persone con depressione o ansia di cambiare anche il proprio modo di percepirle, meno stigmatizzante. Spesso si pensa che chi è depresso o chi è ansioso ha già tanti problemi a tal punto da non poter contare su di lui o a tal punto da rivolgere a lui stesso le attenzioni che servono. Lo studio, invece, ribalta questa percezione sottolineando l’importanza dell’aiuto che le persone con depressione e ansia possono dare ai fini di un loro maggiore benessere mentale.
Lo Studio
Lo studio in questione si è occupato di valutare 122 persone dell’Ohio Centrale che vivevano una condizione di depressione, ansia e stress. L’intero campione è stato sottoposto ad una sessione introduttiva comune e, subito dopo, è stato diviso in tre gruppi, ognuno dei quali aveva istruzioni specifiche da seguire per cinque settimane. I primi due gruppi sono stati sottoposti a tecniche cognitivo-comportamentali. Nello specifico, il primo gruppo aveva il compito di pianificare attività sociali due giorni alla settimana. Il secondo gruppo, seguendo la tecnica della rivalutazione cognitiva, aveva il compito di compilare un diario due volte alla settimana con l’obiettivo di rintracciare i propri pensieri disfunzionali per poi lavorarci. Al terzo gruppo è stato chiesto di compiere atti di gentilezza verso gli altri sempre per due giorni a settimana. Tutto il campione è stato rivalutato alla fine delle cinque settimane e dopo ulteriori cinque settimane per valutare il mantenimento dei risultati ottenuti.
Risultati
Dall’analisi dei risultati è emerso che tutti i partecipanti hanno mostrato un aumento della soddisfazione di vita ed una riduzione della sintomatologia depressiva e ansiosa dopo le dieci settimane previste dalla ricerca.
Secondo gli autori dello studio, in particolar modo gli atti di gentilezza compiuti verso gli altri, hanno mostrato un vantaggio in più rispetto ai percorsi legati alle abilità sociali e alla rivalutazione cognitiva. Il vantaggio è derivato da una maggiore percezione di sentirsi connessi con gli altri che, così come affermano gli studiosi, risulta essere una parte importante del proprio benessere.
Gli autori hanno anche sottolineato che aver partecipato a questo studio ed aver applicato le tecniche cognitivo-comportamentali suggerite, non vuol dire aver intrapreso un percorso di psicoterapia cognitivo-comportamentali che potrebbe dare dei risultati diversi rispetto a quelli ottenuti da questo studio. Hanno però sottolineato che anche un “allenamento” semplice e non completo come quello proposto nello studio può avere degli effetti benefici su depressione e ansia.
Fonte:
Cregg, D.R., et al. (2022) Healing through helping: an experimental investigation of kindness, social activities, and reappraisal as well-being interventions. The Journal of Positive Psychology.
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