Da qualche tempo era nota la relazione tra la depressione e le cadute di cui sono spesso vittima i pazienti anziani. Uno studio australiano ha finalmente confermato l’importanza di questo legame consentendo un programma di prevenzione mirato al riguardo.
Con l’avanzare degli anni il corpo umano tende a perdere l’agilità e l’equilibrio che lo hanno caratterizzato per una buona parte della vita. Proprio per questo si sente spesso parlare delle cadute improvvise di cui sono spesso vittima le persone più anziane. Cadute che sopraggiungono in maniera decisamente inaspettata, dovute ad una perdita di equilibrio improvvisa e che spesso si rivelano molto più pericolose di quanto ci si possa immaginare.
I rischi che comportano queste cadute delle persone anziane, infatti, sono ben noti ai professionisti della sanità: sono proprio queste, infatti, a figurare tra le prime cause di decesso nei pazienti appartenenti alla cosiddetta “terza età”.
Finora l’alta incidenza della cadute era stata imputata principalmente ai problemi di vista e di equilibrio che sopraggiungono in maniera naturale con l’avanzare degli anni. Solo di recente si era iniziata a costruire una correlazione che sembrava vedere nella depressione un terzo fattore importante nonché scatenante.
Per poter comprendere in che modo la depressione influenzasse l’incidenza delle cadute è stato, però, necessario comprendere se gli incidenti in questione fossero causati dalla depressione stessa o piuttosto dall’assunzione di farmaci anti-depressivi.
A tal proposito un filone di indagine è stato portato avanti in Italia dal gruppo del dr Simone Vender e della dr.ssa Camilla Callegari dell’Università di Varese, dove da anni si studiano gli effetti dell’assunzione degli psicofarmaci negli anziani e della polifarmacoterapia e la correlazione con il rischio di caduta (http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed?term=baranzini%20f[au] in inglese).
Il gruppo di ricerca guidato dal Professor Stephen Lord della Neuroscience Research Australia (NeuRA) ha, quindi, condotto uno studio volto a scoprire che cosa leghi la depressione alle cadute negli anziani.
Per fare questo è stato esaminato un campione formato da 300 persone dai 65 ai 91 anni sull’isola di Taiwan che non erano in cura con anti-depressivi. I ricercatori hanno, quindi, sottoposto i pazienti alla scala geriatrica di depressione e a vari test di motilità ed equilibrio per poter determinare il loro livello di depressione ed eventuali problemi fisici pre-esistenti.
Lo studio si è protratto per un periodo di due anni, durante i quali i pazienti esaminati hanno ricevuto una telefonata ogni mese da parte dei ricercatori affinchè questi potessero registrare il numero di eventuali cadute di cui i pazienti fossero state vittime.
Al termine della ricerca, quanto è emerso ha permesso di gettare una nuova luce a quanto già si era intuito in passato, confermando che è proprio lo stato depressivo a causare il maggior numero di cadute nelle persone anziane.
La depressione, infatti, si è rivelata una condizione presente nella maggior parte dei pazienti che si sono sottoposti alla ricerca: tra questi sono risultati affetti da depressione il 40% di quanti sono vittime di cadute frequenti, il 28% di chi ha registrato una sola caduta e il 16% di chi non è mai caduto durante lo studio.
I ricercatori sono stati, così, in grado di fornire un risultato quanto mai utile a quanti si occupano di prevenire il problema delle cadute negli anziani. Grazie a questo studio, infatti, sarà ora possibile operare affinchè all’interno dell’assistenza concepita per gli anziani vengano inseriti dei programmi che, oltre ad occuparsi dei loro problemi di salute fisica, si occupino anche della salute mentale.
Soltanto prevenendo la depressione o intervenendo in maniera efficace laddove questa sia già presente, infatti, è possibile riuscire a contrastare in modo sempre più mirato un problema tanto fatale come quello delle cadute.
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