Seguimi sui Social
FedericoBaranzini.it blog
Image

Il Ruolo Potenziale dell’Acido Acetilsalicilico nel Trattamento dei Disturbi dell’Umore

Acido AcetilSalicilico e Disturbi dell’Umore: L’infiammazione come nuovo orizzonte nella psichiatria

Nel panorama sempre più complesso della psichiatria moderna, i ricercatori stanno esplorando nuove frontiere terapeutiche per il trattamento dei disturbi dell’umore.

Tra queste, l’infiammazione ha guadagnato crescente attenzione come possibile meccanismo sottostante sia la depressione che il disturbo bipolare. In questo contesto, l’acido acetilsalicilico, il principio attivo di uno dei farmaci più comuni al mondo, sta emergendo come potenziale alleato terapeutico.

aspirina e disturbi dell'umore
aspirina e disturbi dell’umore

Acido Acetilsalicilico: Un Farmaco Antico sotto una Nuova Luce

L’acido acetilsalicilico, grazie alle sue proprietà antinfiammatorie ben documentate, è diventato oggetto di crescente interesse scientifico per il suo potenziale ruolo nel trattamento del disturbo bipolare e della depressione.

Questo composto, scoperto nella sua forma moderna alla fine del XIX secolo, agisce principalmente inibendo gli enzimi cicloossigenasi (COX), riducendo così la produzione di prostaglandine e altri mediatori dell’infiammazione.

La teoria emergente suggerisce che l’acido acetilsalicilico possa alleviare i disturbi dell’umore modulando l’infiammazione nel sistema nervoso centrale, un processo sempre più riconosciuto come componente critica nella fisiopatologia di queste condizioni.

Questa ipotesi si inserisce nel contesto della “teoria infiammatoria” dei disturbi dell’umore, secondo cui l’infiammazione cronica di basso grado contribuirebbe significativamente alla patogenesi della depressione e del disturbo bipolare.

Evidenze Scientifiche a Sostegno

Studi Epidemiologici e Osservazionali

Numerosi studi osservazionali e di coorte hanno rivelato un’associazione tra l’uso regolare di acido acetilsalicilico e un rischio ridotto di sviluppare depressione. Una meta-analisi particolarmente significativa ha documentato un hazard ratio di 0,62 per la depressione nei soggetti che assumevano regolarmente acido acetilsalicilico, suggerendo un effetto protettivo potenzialmente rilevante.Questi dati epidemiologici, sebbene non conclusivi in termini di causalità, offrono spunti interessanti sui potenziali benefici di questo farmaco nel contesto dei disturbi dell’umore.

Leggi anche:  Schizofrenia e uso di cannabis

Meccanismi Antinfiammatori e Neuroprotezione

A livello molecolare, l’acido acetilsalicilico mostra la capacità di ridurre i livelli di citochine pro-infiammatorie come l’interleuchina-6 (IL-6) e il fattore di necrosi tumorale alfa (TNF-alfa), entrambi frequentemente elevati nei pazienti con depressione e disturbo bipolare. Questo meccanismo d’azione potrebbe spiegare parte dei suoi potenziali effetti benefici sulla salute mentale.

Inoltre, studi recenti hanno evidenziato che l’acido acetilsalicilico può influenzare positivamente altri processi biologici alterati nei disturbi dell’umore, come lo stress ossidativo, la neuroplasticità e la funzione mitocondriale nelle cellule neuronali.

Studi Clinici Randomizzati

Alcuni piccoli studi clinici randomizzati hanno fornito risultati preliminari incoraggianti. In particolare, ricerche hanno suggerito che basse dosi di acido acetilsalicilico (80-100 mg al giorno) possano migliorare i sintomi depressivi quando aggiunte al trattamento antidepressivo standard.

Un trial clinico ha dimostrato che l’aggiunta di acido acetilsalicilico alla terapia con litio nei pazienti con disturbo bipolare può contribuire a stabilizzare l’umore e ridurre la frequenza degli episodi, particolarmente in quei pazienti che mostrano marcatori infiammatori elevati.

Limitazioni e Contraddizioni nella Ricerca

Nonostante i risultati promettenti, è fondamentale riconoscere le attuali limitazioni delle evidenze scientifiche disponibili:

  • La variabilità nei disegni di studio, nelle popolazioni esaminate e nei dosaggi utilizzati rende difficile trarre conclusioni definitive sull’efficacia dell’acido acetilsalicilico nei disturbi dell’umore.
  • Alcuni studi più ampi e con follow-up prolungato non hanno confermato i benefici a lungo termine dell’acido acetilsalicilico nella depressione, suggerendo che gli effetti positivi potrebbero essere transitori o limitati a specifici sottogruppi di pazienti.
  • Particolarmente interessante è l’osservazione che in alcuni studi l’acido acetilsalicilico ha mostrato un lieve effetto negativo sull’umore in individui con sintomi depressivi preesistenti.

Questo suggerisce la necessità di una stratificazione accurata dei pazienti prima di considerare l’acido acetilsalicilico come opzione terapeutica aggiuntiva.

Leggi anche:  La dipendenza da cellulare: un nuovo disturbo ossessivo-compulsivo?

Prospettive Future e Considerazioni Cliniche

La ricerca sull’acido acetilsalicilico nei disturbi dell’umore rappresenta un campo in rapida evoluzione. Studi più ampi e ben progettati sono attualmente in corso per chiarire:

  • Quali sottogruppi di pazienti potrebbero beneficiare maggiormente di questo approccio
  • I dosaggi ottimali per massimizzare i benefici minimizzando i rischi
  • La durata ideale del trattamento
  • I biomarcatori che potrebbero predire la risposta terapeutica

Conclusioni

L’acido acetilsalicilico, un farmaco con una lunga storia d’uso per altre indicazioni, presenta un potenziale interessante nel trattamento del disturbo bipolare e della depressione attraverso la modulazione dei processi infiammatori. Sebbene le evidenze attuali siano promettenti, è importante sottolineare che sono ancora preliminari e non conclusive.

Prima di considerare l’acido acetilsalicilico come parte di un regime di trattamento per i disturbi dell’umore, è essenziale consultare un professionista sanitario, poiché questo farmaco può causare effetti collaterali significativi, tra cui sanguinamento gastrointestinale e interazioni con altri medicinali.

La speranza è che la ricerca futura possa fornire indicazioni più chiare e precise sul ruolo dell’acido acetilsalicilico nel trattamento dei disturbi dell’umore, potenzialmente offrendo una nuova opzione terapeutica per i pazienti che non rispondono adeguatamente ai trattamenti convenzionali.

Biografia

Bai S, Guo W, Feng Y, et al Efficacy and safety of anti-inflammatory agents for the treatment of major depressive disorder: a systematic review and meta-analysis of randomised controlled trials. Journal of Neurology, Neurosurgery & Psychiatry 2020;91:21-32.

Yin Y, Ju T, Zeng D, Duan F, Zhu Y, Liu J, Li Y, Lu W. “Inflamed” depression: A review of the interactions between depression and inflammation and current anti-inflammatory strategies for depression. Pharmacol Res. 2024 Sep;207:107322. doi: 10.1016/j.phrs.2024.107322. Epub 2024 Jul 20. PMID: 39038630.

Leggi anche:  Quali sono i segni e i sintomi della depressione?
6 Commenti
  • Salve dott sono un bipolare e sono resistente ai farmaci .sono due anni .e non riesco ad uscire dalla depressione .vorrei una risposta grazie.

    • Gentile Diego

      la ringrazio per la sua attenzione al sito.

      Esistono terapie alternative ai farmaci, tra cui la terapia Transcranica ad Ultrasuoni e la ECT per le forme più gravi e farmaco resistenti.

      La invito ad informarsi presso la propria ASL di riferimento.

      Cordiali saluti

  • Salve Dottor Baranzini, sono un ragazzo che soffre di ansia da 10 anni e le medicine mi calmano a volte ma non mi risolvono il problema, è possibile che l aspirina possa farmi guarire ?

    • Gentile Otto,

      capisco la sua frustrazione nel convivere con l’ansia da così tanto tempo e nel non aver ancora trovato una soluzione definitiva. Purtroppo l’aspirina non è un farmaco indicato per curare l’ansia o i disturbi d’ansia. L’aspirina (acido acetilsalicilico) è principalmente un antinfiammatorio e antiaggregante, utilizzato per il trattamento del dolore, della febbre e per la prevenzione cardiovascolare. Non ha effetti ansiolitici o stabilizzanti dell’umore.

      Per il trattamento dell’ansia vengono solitamente utilizzati farmaci appartenenti ad altre classi, come le benzodiazepine, gli antidepressivi (SSRI, SNRI), o altri ansiolitici specifici. Tuttavia, come lei ha sperimentato, i farmaci da soli spesso non sono sufficienti per risolvere completamente il problema dell’ansia, soprattutto quando questa persiste da molto tempo.

      Il trattamento più efficace per i disturbi d’ansia è solitamente un approccio combinato che include sia farmaci (prescritti da uno psichiatra) che psicoterapia (condotta da uno psicologo o psicoterapeuta). La terapia cognitivo-comportamentale (CBT) in particolare si è dimostrata molto utile nell’aiutare le persone a gestire e superare l’ansia.

      Oltre alle cure mediche e psicologiche, ci sono anche alcune strategie che possono aiutare a gestire l’ansia nella vita quotidiana, come tecniche di rilassamento, mindfulness, esercizio fisico regolare e uno stile di vita sano.

      Il mio consiglio è di non scoraggiarsi e di continuare a cercare il supporto di professionisti della salute mentale per trovare la combinazione di trattamenti più efficace per lei. Ci vuole tempo e costanza, ma è possibile imparare a gestire l’ansia e migliorare significativamente la qualità della vita.

      Spero che queste informazioni possano esserle utili.
      Non esiti a parlare con il suo medico per una valutazione più approfondita e per discutere le opzioni di trattamento più adatte alla sua situazione.
      Le auguro il meglio.

      Cordiali saluti
      Federico Baranzini

  • Gentile dottor Baranzini,

    da anni, con periodi di sospensione, sono in cura con blandi antidepressivi, ma devo dire che la stanchezza cronica che subisco ( da quando sono andata in ipotiroidismo dopo tiroidite subacuta) è alleviata solo dall`assunzione di acido salicilico effervescente da 400 mg (la assumo ogni tanto di mia iniziativa).

    Nessun medico mi ha mai risolto il problema pensando che fosse stress etc. Ma l’ aspirina non posso assumerla per lunghi periodi.

    Gli effetti : senso di leggerezza, testa più lucida e neno rigidità muscolare.

    La pastiglietta più piccola o la mezza dose potrebbe essere utile ugualmente?

    Ringrazio per l’ attenzione e porgo cordiali saluti.

    • Gentile Lucia,

      Grazie per la Sua richiesta. La situazione che descrive è interessante dal punto di vista clinico e merita alcune riflessioni.

      Il beneficio che Lei riscontra dall’acido acetilsalicilico (aspirina) potrebbe essere correlato alle sue proprietà antinfiammatorie e all’effetto sulla circolazione sanguigna. Nei pazienti con ipotiroidismo, spesso si riscontrano stati infiammatori subclinici e alterazioni microvascolari che possono contribuire alla stanchezza cronica e alla rigidità muscolare.

      Per quanto riguarda il dosaggio, una dose inferiore (come la pastiglietta più piccola o la mezza dose) potrebbe ancora fornire alcuni benefici, specialmente per l’effetto antinfiammatorio, pur riducendo il rischio di effetti collaterali gastrointestinali. Tuttavia, anche dosi più basse non sono indicate per l’uso continuativo senza supervisione medica.

      Data la Sua condizione di ipotiroidismo e la risposta positiva all’acido salicilico, sarebbe opportuno discutere con un endocrinologo di queste osservazioni. Potrebbe essere utile:

      – Verificare che la terapia sostitutiva tiroidea sia ottimale (non solo nei valori standard ma anche per il Suo benessere soggettivo)
      – Valutare biomarcatori infiammatori specifici
      – Considerare approcci alternativi con profilo di sicurezza migliore per l’uso a lungo termine

      Vi sono altre sostanze con proprietà antinfiammatorie più adatte all’uso prolungato, come la curcumina o gli acidi grassi omega-3, che potrebbero essere esplorate sotto guida medica.

      Le consiglio di non proseguire l’automedicazione con aspirina per periodi prolungati e di discutere questi sintomi con uno specialista che possa inquadrarli nel contesto della Sua condizione tiroidea.

      A disposizione per ulteriori chiarimenti.

      Cordiali saluti

      Federico Baranzini

  • Leave a Reply

    Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

    Connect with Facebook

    Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

    Cerca articoli

    News Gallery
    La depressione resistente al trattamento
    cefalea e depressione
    Depressione post-covid
    La medicina diventa Social e Hi-Tech
    Cambiamento climatico e salute mentale
    Ansia sociale e violazione delle norme
    predittori del disturbo da stress
    antidepressivi inducono resilienza

    Ultimi Commenti