0.00 avg. rating (0% score) - 0 votes

Un’equipe di ricercatori norvegesi ha stabilito di recente una connessione tra ansia paterna durante il periodo pre-natale e problemi comportamentali nei figli durante i primi anni di vita. La ricerca si rivela importante soprattutto a livello di prevenzione per quanto concerne i futuri genitori.

Da tempo i medici sono a conoscenza delle ripercussioni che l’assunzione di determinati comportamenti da parte di una donna incinta possono avere sulla salute psico-fisica del suo nascituro. Ciò che finora non si sospettava é il fatto che anche la salute mentale dei padri nel periodo pre-natale può influire in maniera negativa sull’equilibrio psicologico dei futuri neonati.

Secondo uno studio di coorte condotto da alcuni ricercatori norvegesi, infatti, eventuali problemi di salute mentale del futuro padre potrebbero essere collegati a possibili problemi comportamentali e difficoltà emotive sperimentati in futuro dai figli. Il rischio secondo l’equipe della Dr.ssa Anne Lise Kvalevaag non sarebbe elevato ma rimane comunque presente.

Lo studio condotto dalla Dr.ssa Kvalevaag dell’Helse Fonna HF di Haugesund mostra, quindi, come non solo la presenza di problemi psichiatrici a livello materno possa presentare un incremento nel rischio di problemi comportamentali ed emotivi nei bambini, ma come anche un elevato tasso di disagio emotivo nei futuri padri possa portare a questo tipo di problemi per quanto riguarda la salute mentale dei futuri nascituri già a partire dall’età di 36 mesi.

I risultati di questa ricerca sono fondamentali per i medici e gli operatori sanitari dal momento che consentono di agire in anticipo formulando dei programmi dedicati alla prevenzione da far seguire ai futuri genitori durante il periodo pre-natale.

Per studiare la connessione tra la salute mentale del padre e lo sviluppo comportamentale e socioemotivo dei bambini, i ricercatori norvegesi si sono serviti di uno studio di coorte prospettico, analizzando 31 663 bambini all’interno dello Studio di coorte norvegese sulla madre e il bambino.

Le informazioni riguardanti la salute mentale paterna sono state ottenute tramite la Hopkins Symptoms Checklist (SCL-5) alla diciassettesima e diciottesima settimana di gestazione. Con SCL-5 si intende l’indicatore di un livello di disagio mentale globale che si manifesta soprattutto sotto forma di sintomi di ansia e depressione e il cui limite massimo é di 2.00.

Le informazioni relative allo sviluppo comportamentale ed emotivo dei bambini e della salute mentale della madre prima e dopo il parto sono state raccolte a distanza di 36 mesi dalla nascita. Per poter valutare la salute mentale delle madri é stato chiesto loro di completare lo stesso questionario presentato ai padri. Per quanto riguarda lo sviluppo dei neonati, invece, i ricercatori si sono basati su tre questionari compilati dai genitori in materia di salute mentale, problemi socioemotivi e comportamento.

Il risultato ottenuto dai padri nell’ambito dell’SCL-5 é stato di 1.13. Nel tre per cento dei casi,però, i candidati presi in esame hanno superato la soglia del 2.00.

Dopo aver esaminato una prima volta i dati, mantenendo come variabile dipendente le difficoltà comportamentali, é emerso che i disagi psicologici paterni sono associati in maniera consistente alle difficoltà comportamentali ed emotive e all’adattamento sociale dei bambini all’età di 36 mesi. I dati sono rimasti invariati anche in seguito all’adeguamento dello studio in base a fattori quali l’età, il livello di scolarizzazione, lo stato civile, le condizioni somatiche, l’uso di alcool, il fumo, l’attività fisica e la salute mentale della madre.

Una volta completato l’adeguamento dello studio, però, i ricercatori hanno potuto notare che delle tre problematiche presenti nel bambino a causa dello stress paterno, le difficoltà a livello comportamentale non presentavano un’importanza eccessiva mentre le difficoltà emotive e l’adattamento sociale mantenevano una certa rilevanza.

Secondo gli autori della ricerca, questo tipo di associazione potrebbe essere dovuto a diversi fattori tra i quali un effetto genetico prenatale dovuto al disagio psicologico del padre, nonché gli effetti negativi della depressione materna sul bambino. La salute pre-natale potrebbe, inoltre, influire sulla salute post-natale arrivando a predire determinati problemi.

Questo studio norvegese, agli occhi dei suoi stessi autori, presenta diversi limiti. I piu importanti consistono nel fatto che lo studio di coorte ha visto un tasso di partecipazione pari al 38,5% : questo potrebbe, quindi, comportare dei problemi a livello della selezione dei partecipanti. Un altro fattore limitante consiste nell’essersi basati su delle auto-valutazioni da parte del campione esaminato, un criterio che potrebbe, quindi, portare a risposte non essenzialmente sincere in determinati casi.

Fonte: http://pediatrics.aappublications.org/content/early/2013/01/02/peds.2012-0804.abstract

0.00 avg. rating (0% score) - 0 votes