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Negli ultimi anni si è assistito allo sviluppo di nuove ipotesi sulle malattie neurodegenerative. I ricercatori dell’UVA Health di Charlottesville, in Virginia, hanno scoperto una proteina specializzata, chiamata chinasi. Questa proteina regolerebbe il modo in cui il sistema immunitario risponde ai sintomi del morbo di Alzheimer (MA) e della Sclerosi Multipla (SM). Nello specifico, la molecola studiata controlla l’attività delle cellule cerebrali note come microglia molto importanti per la salute del cervello.

Si ritiene che molte malattie neurodegenerative, come l’Alzheimer e la Sclerosi Multipla, abbiano come causa l’incapacità del cervello di rimuovere correttamente i detriti tossici.

I trattamenti delle malattie neurodegenerative richiedono un approccio cellulare che punti all’individuazione di questi particolari processi tossici infatti, l’accumulo di tossine può causare gravi danni al cervello.

Recenti studi di neuroscienze hanno dimostrato l’importanza delle microglia nel ripulire il cervello dalle sostanze tossiche. Le nuove scoperte dell’UVA Health di Charlottesville offrono una visione ancora più convincente del motivo per cui le microglia svolgono questo lavoro e cosa succede se non riescono a farlo.

I ricercatori dell’Università della Virginia, con il tentativo di produrre nuove ipotesi sulle malattie neurodegenerative, hanno scoperto che la mancanza di una proteina chiave in un modello di Alzheimer innesca la formazione di placche nel cervello. Essa causa nei topi la perdita della memoria, come nelle persone affette da Alzheimer: i ricercatori non sono riusciti a bloccare la formazione della placca attraverso l’attivazione di questa molecola e delle microglia nel cervello. Ciò suggerisce che potrebbe essere sviluppato un trattamento per i pazienti umani, anche se sono necessarie ulteriori ricerche.

In un modello studiato sui topi di Sclerosi Multipla, la mancanza di una molecola chiamata SYK ha causato l’accumulo di mielina, un sottile strato che protegge le cellule nervose dai danni. Quando la mielina viene distrutta come accade nella SM, le cellule non possono trasmettere correttamente i messaggi e questo può portare a molti sintomi diversi della SM, tra cui debolezza e spasmi muscolari. I ricercatori dell’UVA sostengono di aver individuato il coinvolgimento di una molecola specifica nel processo cruciale di rimozione della mielina.

Sulla base dei risultati ottenuti, il team suggerisce che, attivando il sistema immunitario del cervello e utilizzando una molecola a tale scopo, si potrebbero trattare molte malattie neurodegenerative.

Inoltre, commentando i risultati, i ricercatori sottolineano l’importanza dello studio del comportamento e dell’azione delle microciglia attraverso la quale sarà possibile trattare in modo diverso queste malattie.

Le nuove ipotesi sulle malattie neurodegenerative e i risultati ottenuti potrebbero un giorno consentire ai medici di aumentare l’attività di alcune cellule cerebrali. Inoltre, permetterebbero di trattare o prevenire il morbo di Alzheimer o altre malattie neurodegenerative.

Fonte: Ennerfelt, H., et al. (2022) SYK coordinates neuroprotective microglial responses in neurodegenerative disease. Cell.

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