Il campo delle neuroscienze del trauma ha fatto significativi progressi nel comprendere come l’esposizione a eventi traumatici possa avere un impatto profondo e duraturo sul cervello. Questi eventi possono essere pericolosi per la vita e possono provocare modificazioni a livello cerebrale. Tuttavia, è importante sottolineare che questi cambiamenti non sono il risultato di una lesione fisica. Piuttosto, il cervello, sia a livello del Sistema Nervoso Centrale (SNC) che del Sistema Nervoso Periferico (SNP), sembra riadattare se stesso dopo questi eventi traumatici, evidenziando la resilienza e la plasticità del sistema nervoso.
Trauma e Neuroscienze: Implicazioni e Conseguenze sul Cervello
L’esposizione ad un trauma può essere pericolosa per la vita provocando modificazioni a livello cerebrale.I cambiamenti che si verificano non sono il risultato di una lesione fisica, piuttosto il cervello sembra riadattare se stesso dopo questi eventi traumatici.
I ricercatori del Laboratorio ZVR del Del Monte Institute for Neuroscience dell’Università di Rochester hanno condotto una ricerca con l’obiettivo di acquisire maggiore informazioni su come tali modificazioni possono essere indotte dai traumi. Oltremodo i ricercatori hanno voluto comprendere i meccanismi coinvolti in questi cambiamenti , il modo in cui il cervello impara a conoscere l’ambiente e a prevedere le minacce e le situazioni di pericolo.
Cambiamenti nella Rete di Salienza e di Controllo Esecutivo
Nella ricerca, pubblicata su Communications Biology, i ricercatori hanno scoperto che i cervelli colpiti da un trauma (con e senza psicopatologie tra cui PTSD, depressione e ansia), subiscono cambiamenti nella rete di salienza adibita al controllo di quanto viene appreso e del modo in cui le persone reagiscono alle minacce.
Utilizzando la risonanza magnetica funzionale, i ricercatori hanno potuto osservare i cervelli dei partecipanti registrandone l’attività mentre avevano il compito di guardare cerchi di dimensioni diverse. Solo la dimensione di un cerchio è stata associata ad un piccolo shock o ad una minaccia creando così una situazione di stress traumatico simulato.
Oltre ai cambiamenti nella rete di salienza, i ricercatori hanno riscontrato un’altra differenza, questa volta all’interno del gruppo resiliente esposto al trauma: hanno scoperto che i cervelli delle persone esposte al trauma senza psicopatologie compensavano i cambiamenti nei loro processi cerebrali coinvolgendo la rete di controllo esecutivo, una delle reti dominanti del cervello.
Conferme di Letteratura
Da un altro studio pubblicato su Depression&Anxiety, è emerso che i pazienti con PTSD sono in grado di portare a termine e svolgere gli stessi compiti delle persone che non hanno subito traumi. Nel momento in cui, però, si aggiunge ed entra in gioco un’emozione, i soggetti con PTSD mostrano maggiore difficoltà
Se ad un compito che prevedeva la stessa attività veniva aggiunta una minaccia o un pericolo, le persone con PTSD mostravano più fatica. L’equipe ha usato gli stessi metodi del precedente esperimento ovvero cerchi di diverse dimensioni, uno dei quali collegato ad una minaccia sotto forma di scossa.
Anche in questo caso utilizzando la risonanza magnetica funzionale, i ricercatori hanno osservato che le persone con PTSD mostravano minori segnali e minore comunicazione tra l’ippocampo, un’area del cervello responsabile delle emozioni della memoria, e la rete di salienza, meccanismo utilizzato per l’apprendimento e la sopravvivenza.
E’ stata rilevata anche una minore comunicazione tra l’amigdala (altra area legata alle emozioni) e l’area del cervello che si attiva quando una persona non si concentra sul mondo esterno. I risultati riflettono l’incapacità delle persone con PTSD di distinguere efficacemente tra i cerchi.
Secondo i ricercatori, i pazienti con PTSD hanno difficoltà a comprendere se un’emozione può essere pericolosa o meno, non riuscendo a discriminare tra le due. E’ possibile che i pazienti con PTSD abbiano difficoltà a decidere e distinguere tra sicurezza, pericolo e ricompensa e che abbiano la tendenza a pensare in modo maggiormente negativo e a generalizzare eccessivamente il pericolo.
Conclusioni e Prospettive future
I risultati indicano che i pazienti traumatizzati con disturbi psicopatologici mostrano una generalizzazione delle minacce più elevata rispetto ai controlli sani, sia a livello comportamentale che neurale. Inoltre, i pazienti esposti a traumi senza disturbi e i controlli sani hanno dimostrato una maggiore capacità di discriminazione delle minacce rispetto ai pazienti con disturbi psicopatologici.
Gli autori sperano che i lavori sopra riportati contribuiscano ad ampliare le conoscenze sugli effetti del trauma sul cervello. Gli stessi ricercatori continuano ad esplorare i meccanismi cerebrali rimanendo impegnati nella ricerca neurobiologica al fine di sviluppare nuovi e migliori trattamenti.
Fonte: Xi Zhu, Benjamin Suarez-Jimenez, Amit Lazarov, e al. Sequential fear generalization and network connectivity in trauma exposed humans with and without psychopathology. Communications Biology, 2022; 5 (1)
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