In alcuni pazienti è possibile notare un miglioramento dei sintomi già a partire da pochi giorni dall’inizio del trattamento. Soliamente, però, un antidepressivo impiega dalle 2 alle 4 settimane per essere realmente efficace. Alcuni pazienti interrompono il trattamento dopo appena una settimana pensando che la cura non funzioni. E’, però, consigliabile attendere dalle 3 alle 4 settimane prima di decidere se un antidepressivo sia o meno efficace. Se la depressione presenta tra i sintomi dei problemi del sonno, allora è possibile che questi vengano risolti entro la prima settimana.
La somministrazione di alcuni triciclici prevede una dose iniziale minima che verrà poi aumentata in maniera graduale durante il corso del trattamento fino al raggiungimento di una dose completa. I problemi si presentano quando il paziente continua ad assumere la dose iniziale per diverso tempo: in questo caso, ovviamente, il trattamento non può essere completamente efficace.
Se il trattamento si rivela essere efficace dopo le prime tre o quattro settimane, è consigliabile continuarlo: solitamente per gli antidepressivi è necessario continuare il trattamento fino a sei mesi dopo la scomparsa dei sintomi. Se si interrompe l’assunzione dei farmaci troppo presto, infatti, i sintomi potrebbero tornare a presentarsi. In caso di pazienti affetti da depressione ricorrente, è consigliabile continuare il trattamento a lungo termine.
Salve mio figlio dopo una diagnosi di depressione e in cura con il cymbalta 60 , e control 3 compresse al di dopo circa 6 settimane di cura dice di non avere alcun miglioramento.Effettivamente non lo vediamo nemmeno noi familiari,potrebbe non essere il farmaco giusto per lui?
Gentile Nunzia
in effetti come da foglietto illustrativo l’uso di farmaci antidepressivi SSRI o SNRI o come CYMBALTA prevede un periodo di osservazione che si estende tra le 4 e le 6 settimane, se dopo tale periodo non vi sono effetti sensibili allora vale la pensa aumentare il dosaggio, quando previsto, o pensare al cambio di farmaco.
La invito pertanto a parlarne con il curante al fine di definire l’inefficacia e quindi definire una strategia alternativa.
Cordiali saluti
Federico Baranzini