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L’antidepressivo multimodale sperimentale vortioxetina (nota anche con la sigla Lu AA21004) è efficace e ben tollerata nel trattamento dei pazienti anziani con disturbo depressivo maggiore ricorrente (MDD). A suggerirlo sono i risultati di uno studio internazionale, appena presentato al congresso dello European College of Neuropsychopharmacology (ECNP), a Vienna.

Il lavoro – un trial in doppio cieco, randomizzato e controllato con placebo e con un confronto attivo (duloxetina) che ha coinvolto oltre 450 adulti over 65 con disturbo depressivo maggiore, arruolati in sette Paesi – ha mostrato nel gruppo trattato con il farmaco sperimentale un miglioramento significativamente maggiore in diverse scale di valutazione della depressione e nei test sulle performance cognitive rispetto al gruppo placebo.

Inoltre, l’unico evento avverso che ha avuto un’incidenza più alta con il farmaco sperimentale rispetto al placebo è stata la nausea.

“Diversi studi con disegno simile sugli antidepressivi negli anziani hanno dato esito negativo. Questo è uno dei relativamente pochi studi recenti in cui si mostra che un nuovo antidepressivo è efficace. Abbiamo visto, inoltre, che è stato molto ben tollerato e ha avuto un effetto molto positivo sulle funzioni cognitive “ha detto il primo autore Cornelius Katona, dello University College di Londra, in un’intervista.

Katona ha aggiunto che vortioxetina sarà un farmaco molto interessante da prendere in considerazione, soprattutto per via del suo nuovo meccanismo di azione multimodale, che implica sia la ‘tradizionale’ inibizione della ricaptazione della serotonina sia una modulazione dell’attività del recettore della serotonina stessa.

Gli studi in vitro indicano che questo agente è un antagonista dei sottotipi recettoriali 5-HT3 e 5-HT7, un agonista parziale del 5-HT1B, un agonista del 5-HT1A e un inibitore del trasportatore della serotonina (SERT). Gli studi clinici in vivo non clinici hanno dimostrato, inoltre, che vortioxetina aumenta i livelli dei neurotrasmettitori serotonina, noradrenalina, dopamina, acetilcolina e istamina in specifiche aree cerebrali.

Nel maggio scorso sono stati resi noti i risultati di tre studi di fase III, di cui due condotti negli Usa, nei quali il farmaco è risultato superiore rispetto al placebo nel ridurre in misura significativa i sintomi della depressione, valutati con la scala MADRS (Montgomery-Asberg Depression Rating Scale).

Nello studio presentato a Vienna, gli autori hanno voluto valutare l’efficacia e la tollerabilità del farmaco alla dose di 5 mg/die nella popolazione di pazienti anziani con MDD o Depressione Maggiore.

In totale sono stati arruolati nello studio 452 soggetti di età superiore ai 64 anni (età media 70,6 anni), tutti con una diagnosi clinica di MDD e nel mezzo di un episodio depressivo maggiore corrente (MDE) che durava da almeno 4 settimane.

I partecipanti sono stati trattati per 8 settimane con vortioxetina 5 mg/die (n = 156, 69% donne), duloxetina 60 mg/die di ( n = 151, 66% donne) o placebo (n = 145, 62% donne).

L’endpoint primario era la variazione rispetto al basale del punteggio della scala HAM-D24 (Hamilton Depression Rating Scale a 24item) dopo 8 settimane di trattamento. È stata definita risposta una variazione di almeno il 50% rispetto al valore basale del punteggio della scala HAM-D24, mentre la remissione è stata definita in base al punteggio della HAM-D17 (≤7).

Le prestazioni cognitive sono state valutate invece mediante il DSST (Digital Symbol Substitution Test) e il  RAVLT (Rey Auditory Verbal Learning Test).

Rispetto ai controlli trattati con placebo, i pazienti trattati con vortioxetina hanno mostrato un miglioramento significativamente maggiore del punteggio della scala HAM-D24 dopo 8 settimane di trattamento (con una differenza media rispetto al placebo di 3,3 punti; P = 0,0011) ma già anche dopo 6 settimane (con una differenza media rispetto al placebo di 2,1 punti; P = 0,02).

In aggiunta, la percentuale di risposta è stata significativamente maggiore nel gruppo vortioxetina che nel gruppo placebo (53,2% contro 35,2%; P <0,05) così come quella di remissione (29,2% contro 19,3%; P < 0,05).

I soggetti trattati con il farmaco sperimentale hanno ottenuto anche punteggi più alti nei test cognitivi di velocità di elaborazione, apprendimento verbale e memoria rispetto a quelli trattati con placebo.

Anche duloxetina si è dimostrata superiore al placebo nella risposta HAM-D24 (differenza media rispetto al placebo, 5,5 punti).

Le percentuali di interruzione dello studio a causa di eventi avversi correlati al trattamento sono risultate del 5,8% nel gruppo vortioxetina, 9,9% nel gruppo duloxetina e 2,8% nel gruppo placebo, ma l’unico evento avverso che ha avuto un’incidenza significativamente maggiore nel gruppo trattato con l’antidepressivo sperimentale rispetto al placebo è stato la nausea (21,8% contro 8,3%). Nel gruppo duloxetina, invece, si è osservata un’incidenza significativamente più alta di nausea, affaticamento, secchezza delle fauci, costipazione e iperidrosi rispetto al gruppo placebo.

Vortioxetina sembra quindi avere un miglior profilo di tollerabilità rispetto a duloxetina.

Quanto agli eventi avversi gravi, ne sono stati segnalati quattro nel gruppo placebo, uno nel gruppo vortioxetina e uno nel gruppo duloxetina, mentre non è stato segnalato alcun decesso nel corso dello studio.

Inoltre, non sono stati osservati nessun cambiamento clinicamente rilevante nel tempo né differenze tra i tre gruppi di trattamento nei risultati dei test clinici di laboratorio, nei segni vitali o nei parametri ECG.

“Le persone anziane hanno più probabilità di avere comorbilità e di essere contemporaneamente in trattamento anche con altri farmaci, il che tende a rendere le terapie meno tollerate e più pericolose. L’ottimo profilo di effetti collaterali evidenziato da vortioxetina è quindi particolarmente importante” ha affermato Katona.

Robbert Verkes, del Radboud University Medical Center di Nijmegen, in Olanda ha detto che il farmaco è interessante per via del suo meccanismo d’azione innovativo, che offre un valore aggiunto e rende vortioxetina non una semplice ‘replica’ di antidepressivi già disponibili.

Verkes si è poi aggiunto a Katona nel sottolineare che anche il profilo di effetti collaterali è interessante, soprattutto in confronto con duloxetina. Perciò, ha detto, “dovremmo tenere d’occhio questo nuovo composto. Naturalmente, ci vogliono altri studi. Ma poiché ha un nuovo meccanismo d’azione, forse i pazienti che non rispondono ai classici inibitori della ricaptazione della serotonina potrebbero mostrare una risposta a questo nuovo antidepressivo”.

Fonte: pharmastar.it

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