Il bisoprololo è un farmaco della classe dei beta-bloccanti, impiegato per trattare diverse patologie cardiovascolari. Riduce la frequenza cardiaca e la pressione arteriosa, alleviando il carico di lavoro del cuore.
Trova indicazione principalmente nell’ipertensione, nell’angina pectoris e nell’insufficienza cardiaca cronica oltre che in alcue condizioni di pertineza prettamente psichiatrica come l’ansia. Tuttavia, come molti beta-bloccanti, il bisoprololo può influenzare anche il ciclo sonno-veglia.
Non tutti i pazienti manifestano effetti sul sonno: molti non notano cambiamenti, mentre altri possono sperimentare insonnia o sonno disturbato (difficoltà ad addormentarsi, risvegli notturni frequenti, incubi).
In questo articolo, esamineremo il legame tra bisoprololo e insonnia, fornendo consigli pratici per gestire i disturbi del sonno durante la terapia e bilanciare i benefici del farmaco con una buona qualità del riposo.
Punti Chiave
- Il bisoprololo è un beta-bloccante selettivo usato per trattare ipertensione, angina pectoris e insufficienza cardiaca cronica.
- Può influenzare il ciclo sonno-veglia riducendo la secrezione notturna di melatonina fino al 44%.
- L’insonnia è un effetto collaterale non comune del bisoprololo, mentre incubi e sogni vividi sono rari.
- Non tutti i pazienti sperimentano disturbi del sonno; la suscettibilità è individuale.
- Strategie per migliorare il sonno includono orari regolari, ambiente adatto, limitare caffeina/alcol e tecniche di rilassamento.
- Consultare uno psichiatra se l’insonnia persiste per più di due settimane o peggiora significativamente.
- Il bisoprololo va assunto generalmente una volta al giorno, al mattino.
- Interazioni farmacologiche e precauzioni sono importanti, specialmente con altri farmaci cardiovascolari.
- Gli effetti collaterali comuni includono bradicardia, pressione bassa e stanchezza.
- Nel lungo termine, l’organismo tende ad adattarsi alla terapia e gli effetti collaterali iniziali possono ridursi.

- Punti Chiave
- Il bisoprololo: meccanismo d’azione e usi terapeutici
- Bisoprololo e disturbi del sonno: una relazione complessa
- Bisoprololo e insonnia: gestione del trattamento
- Quando consultare lo Psichiatra
- Dosaggio e somministrazione del bisoprololo
- Interazioni farmacologiche e precauzioni
- Effetti collaterali comuni del bisoprololo
- Bisoprololo a lungo termine: cosa aspettarsi
- Conclusioni
- Bibliografia
Il bisoprololo: meccanismo d’azione e usi terapeutici
Il bisoprololo è un beta-bloccante selettivo per i recettori β1 del cuore. Inibendo l’azione dell’adrenalina sui recettori β1 cardiaci, provoca una riduzione della frequenza e della forza di contrazione del cuore, con conseguente abbassamento della pressione sanguigna. Riduce anche la secrezione di renina a livello renale, contribuendo ulteriormente all’effetto antipertensivo.
Grazie a questi effetti, le principali indicazioni mediche del bisoprololo sono l’ipertensione arteriosa, l’angina pectoris e l’insufficienza cardiaca cronica stabile (spesso in associazione ad altri farmaci). È utilizzato anche per controllare la frequenza in alcune aritmie (es. fibrillazione atriale), riducendo le palpitazioni e il rischio di tachicardie.
Bisoprololo e disturbi del sonno: una relazione complessa
I beta-bloccanti come il bisoprololo possono influenzare il ritmo sonno-veglia poiché riducono la secrezione notturna di melatonina, l’ormone che regola il sonno. Ciò può rendere più difficile addormentarsi o mantenere un sonno continuo.
Effetti sulla melatonina
Il bisoprololo riduce significativamente la secrezione notturna di melatonina, l’ormone che regola il ciclo sonno-veglia. Questo effetto è specifico del bisoprololo e non si osserva con altri beta-bloccanti come nebivololo o carvedilolo. La diminuzione della melatonina (fino al 44% con il bisoprololo) può alterare il ritmo circadiano, rendendo più difficile l’addormentamento e il mantenimento del sonno.
La natura lipofila del bisoprololo gli permette di attraversare la barriera emato-encefalica, aumentando potenzialmente gli effetti collaterali a livello del sistema nervoso centrale, inclusi i disturbi del sonno.
Effetti sulle fasi del sonno
Il bisoprololo può influenzare la struttura del sonno, alterando:
- La durata del sonno di fase 2 (aumentata)
- La latenza del sonno (ridotta)
Questi cambiamenti possono persistere anche dopo l’interruzione del farmaco, suggerendo un possibile effetto a lungo termine.
L’uso di beta-bloccanti, incluso il bisoprololo, è stato associato a un aumento di sogni insoliti e insonnia. Questo potrebbe essere dovuto all’alterazione dei cicli REM e non-REM del sonno.
In effetti, l’insonnia figura tra gli effetti collaterali non comuni del bisoprololo, mentre disturbi come incubi e sogni vividi sono segnalati solo raramente.
Un’ampia analisi clinica ha confermato che i beta-bloccanti possono associarsi a insonnia e sogni insoliti, pur non risultando causa di depressione rispetto ad altri trattamenti .
Va sottolineato che non tutti i beta-bloccanti hanno lo stesso impatto sul sonno: farmaci più selettivi per i β1 e meno liposolubili, come il bisoprololo, sembrano provocare meno disturbi del sonno rispetto a beta-bloccanti non selettivi come il propranololo.
La suscettibilità rimane individuale: molti pazienti in terapia con bisoprololo dormono bene, mentre una minoranza può notare un sonno meno profondo o più frammentato.

Bisoprololo e insonnia: gestione del trattamento
Affrontare l’insonnia mentre si assume il bisoprololo è possibile adottando alcune strategie mirate.
Consigli pratici per migliorare la qualità del sonno
- Rispetta orari regolari: vai a dormire e alzati circa alla stessa ora ogni giorno, creando un ritmo stabile.
- Ambienta la camera per il sonno: assicurati che la stanza sia buia, silenziosa e con una temperatura confortevole.
- Limita caffeina e alcol la sera: evita caffè, tè o nicotina nel pomeriggio/sera e non consumare alcool in eccesso prima di coricarti; anche pasti molto abbondanti a tarda sera possono ostacolare il sonno.
- Rituale rilassante pre-sonno: nell’ora prima di dormire dedica tempo ad attività rilassanti (lettura, ascolto di musica tranquilla, una tisana calmante) ed evita l’uso di dispositivi elettronici luminosi.
Tecniche di rilassamento e igiene del sonno
Tecniche di rilassamento come la respirazione profonda, il rilassamento muscolare progressivo o lo yoga serale possono ridurre lo stress accumulato e favorire il sonno.
- Ad esempio, dedicare 10 minuti alla respirazione lenta o a una breve meditazione guidata prima di coricarsi aiuta a calmare la mente e preparare il corpo al riposo.
Integra queste pratiche nella tua routine serale per potenziare i benefici dell’igiene del sonno descritta sopra.
Quando consultare lo Psichiatra
Quando consultare uno psichiatra per l’insonnia
Se l’insonnia persiste per più di un paio di settimane nonostante l’adozione di strategie per migliorare il sonno, oppure peggiora progressivamente fino a compromettere la qualità della vita quotidiana, è consigliabile rivolgersi a uno specialista. Segnali di allarme includono una stanchezza diurna marcata, difficoltà di concentrazione o alterazioni dell’umore come irritabilità e tristezza persistente.
Un consulto psichiatrico diventa particolarmente utile quando l’insonnia si associa a sintomi suggestivi di un disturbo sottostante, ad esempio:
- Palpitazioni o attacchi d’ansia notturni, che potrebbero indicare un disturbo d’ansia generalizzato o un disturbo di panico.
- Frequenti risvegli con pensieri intrusivi e preoccupazioni eccessive, tipici dell’insonnia legata all’ansia o al disturbo ossessivo-compulsivo.
- Difficoltà ad addormentarsi o risvegli precoci accompagnati da umore depresso, segnali di un possibile episodio depressivo maggiore.
- Disturbi del ritmo sonno-veglia legati all’uso di sostanze o farmaci, come nel caso della sospensione improvvisa di ansiolitici o antidepressivi.
Lo psichiatra potrà valutare se l’insonnia è un sintomo di un disturbo psichiatrico primario o secondario e proporre un intervento adeguato, che può includere aggiustamenti farmacologici (ad esempio antidepressivi con effetto sedativo o ansiolitici a basso rischio di dipendenza) e indicazioni su strategie comportamentali.
Se l’insonnia è presente in un paziente che assume bisoprololo, è fondamentale non sospendere il farmaco di propria iniziativa, poiché un’interruzione improvvisa potrebbe causare effetti di rimbalzo come tachicardia o crisi ipertensiva.

Sintomi da non sottovalutare
Alcuni segnali correlati all’insonnia richiedono attenzione medica immediata: ad esempio, estrema sonnolenza o confusione durante il giorno, capogiri frequenti al risveglio, oppure sintomi depressivi marcati. Questi sintomi non andrebbero ignorati, ma discussi quanto prima con il medico curante.
Possibili alternative terapeutiche
Nei casi in cui l’insonnia risulti insostenibile, il medico potrebbe valutare alternative.
- Ad esempio, passare a un altro beta-bloccante selettivo (come atenololo o nebivololo) oppure modificare la terapia antipertensiva optando per farmaci di classi diverse.
- Un’opzione di supporto può essere l’uso serale di melatonina: studi su pazienti ipertesi in terapia beta-bloccante mostrano che l’integrazione di melatonina migliora la qualità del sonno senza effetti avversi significativi.
Qualunque cambiamento di terapia o aggiunta di supplementi va effettuato sotto stretta supervisione medica, bilanciando attentamente i benefici cardiaci con il benessere del paziente.
Dosaggio e somministrazione del bisoprololo
Il bisoprololo viene in genere assunto una volta al giorno, al mattino. Ciò garantisce un effetto ottimale durante il giorno e riduce il rischio che concentrazioni elevate del farmaco disturbino il sonno notturno.
In alcuni casi, il medico potrebbe consigliare di assumere la primissima dose alla sera (prima di coricarsi) per ridurre il rischio di capogiri iniziali; dal giorno successivo si proseguirà al mattino.
È importante assumere le compresse regolarmente, con un sorso d’acqua, e non dimenticare le dosi. In caso di dimenticanza, non raddoppiare la dose successiva.
Inoltre, la terapia è spesso a lungo termine: interromperla bruscamente senza parere medico può causare un peggioramento acuto dei sintomi cardiovascolari.
Interazioni farmacologiche e precauzioni
Il bisoprololo può interagire con numerosi farmaci, perciò occorre informare il medico di tutte le terapie in corso.
Sono da evitare combinazioni con altri medicinali che rallentano il cuore o abbassano la pressione (es. verapamil, diltiazem, alcuni antiaritmici) a meno di indicazione specialistica, poiché possono verificarsi cali eccessivi di frequenza cardiaca. Attenzione anche a farmaci da banco: i decongestionanti nasali (vasocostrittori) e i FANS antidolorifici possono contrastare l’effetto antipertensivo o aumentare gli effetti indesiderati.
Quanto alle precauzioni, bisoprololo va usato con cautela o evitato in pazienti con asma bronchiale o BPCO grave (rischio di broncospasmo), in caso di bradicardia marcata o blocchi cardiaci di grado avanzato, e in soggetti con pressione molto bassa.
I pazienti diabetici dovrebbero monitorare attentamente la glicemia, perché il farmaco può mascherare alcuni sintomi dell’ipoglicemia. In gravidanza e allattamento l’uso del bisoprololo va valutato dal medico, in quanto potenziali rischi per il feto o il neonato rendono necessaria una valutazione del rapporto rischio-beneficio caso per caso.
Interazioni farmacologiche | Precauzioni |
---|---|
– Informare il medico di tutte le terapie in corso | – Usare con cautela o evitare in pazienti con asma bronchiale o BPCO grave |
– Evitare combinazioni con farmaci che rallentano il cuore o abbassano la pressione (es. verapamil, diltiazem, alcuni antiaritmici) | – Cautela in caso di bradicardia marcata o blocchi cardiaci di grado avanzato |
– Attenzione ai decongestionanti nasali e FANS antidolorifici | – Evitare in soggetti con pressione molto bassa |
– Possibili interazioni con farmaci da banco | – Monitoraggio attento della glicemia nei pazienti diabetici |
– Rischio di cali eccessivi di frequenza cardiaca in alcune combinazioni | – Valutazione medica necessaria in gravidanza e allattamento |
– Alcuni farmaci possono contrastare l’effetto antipertensivo | – Attenersi alle dosi prescritte |
– Possibile aumento degli effetti indesiderati con certi medicinali | – Non interrompere bruscamente la terapia |
In generale, attenersi alle dosi prescritte e non interrompere bruscamente la terapia sono regole fondamentali per la sicurezza.
Effetti collaterali comuni del bisoprololo
Gli effetti indesiderati più comuni del bisoprololo sono legati all’eccessiva azione sul sistema cardiovascolare: possono comparire bradicardia, pressione bassa, stanchezza, capogiri, estremità fredde (mani e piedi freddi) e disturbi gastrointestinali (nausea, diarrea).
Tali sintomi di solito sono lievi e tendono ad attenuarsi col tempo. Fra gli effetti non comuni rientrano i disturbi del sonno (insonnia) e dell’umore (es. lieve depressione), mentre sono rari gli effetti neuropsichici più pronunciati come incubi, allucinazioni, nonché alcuni effetti ormonali (calo della libido).
La maggior parte dei pazienti tollera bene il trattamento a lungo termine; in caso di effetti persistenti o molto fastidiosi, è consigliabile rivolgersi al medico per valutare strategie che ne minimizzino l’impatto.
Bisoprololo a lungo termine: cosa aspettarsi
Nel lungo periodo l’organismo di solito si adatta alla terapia con bisoprololo. Ciò significa che eventuali effetti collaterali iniziali (ad esempio una lieve insonnia o un senso di affaticamento) tendono a ridursi man mano che il corpo si abitua al farmaco.
Il bisoprololo si è dimostrato efficace e sicuro se assunto per periodi prolungati ed anzi molti dei suoi benefici (come la protezione cardiaca nello scompenso) si ottengono proprio con la continuità terapeutica.
È comunque importante effettuare controlli medici periodici per monitorare la pressione, la frequenza cardiaca e lo stato generale, così da apportare eventuali aggiustamenti alla terapia e gestire tempestivamente qualsiasi problema.
Conclusioni
Bisoprololo e insonnia è un connubio che richiede qualche attenzione, ma è gestibile con le giuste accortezze. Questo beta-bloccante apporta benefici cruciali per il cuore e la pressione, e la comparsa di insonnia non implica necessariamente la sospensione del farmaco.
Seguendo consigli di igiene del sonno, adottando tecniche di rilassamento e mantenendo un dialogo aperto con il medico, è spesso possibile continuare la terapia con bisoprololo assicurando al contempo un sonno adeguato.
In definitiva, un approccio personalizzato consente di bilanciare i benefici terapeutici del bisoprololo con la salvaguardia della qualità del sonno, garantendo salute cardiaca e benessere generale al paziente.
Bibliografia
- Chang CH, Yang YH, Lin SJ, Su JJ, Cheng CL, Lin LJ. Risk of insomnia attributable to β-blockers in elderly patients with newly diagnosed hypertension. Drug Metab Pharmacokinet. 2013;28(1):53-8. doi: 10.2133/dmpk.dmpk-12-rg-004. Epub 2012 Jul 17. PMID: 22813717.
- Are your medications keeping you up at night? – https://www.health.harvard.edu/diseases-and-conditions/are-your-medications-keeping-you-up-at-night
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