L’aumento della longevità della popolazione mondiale ha messo in luce la necessità di affrontare e comprendere meglio le malattie legate all’età, tra cui la demenza, che rappresenta una delle principali cause di disabilità e dipendenza tra gli anziani. In questo contesto, la salute sociale degli individui anziani emerge come un fattore critico che potrebbe influenzare il rischio e la progressione di disturbi cognitivi e demenza.
Studi recenti hanno iniziato a esplorare come vari aspetti della vita sociale, come l’isolamento sociale, il supporto sociale e la solitudine, possano giocare un ruolo significativo nella salute cognitiva degli anziani.
La comprensione di questi legami è cruciale per lo sviluppo di strategie di prevenzione efficaci. In particolare, due grandi gruppi di studio hanno fornito contributi significativi in questo campo di ricerca.
- Il primo, l’ASPREE Longitudinal Study of Older Persons (ALSOP), ha esaminato una vasta coorte di anziani australiani, analizzando come la loro salute sociale influenzi la funzione cognitiva e l’incidenza della demenza nel corso di cinque anni.
- Il secondo studio, utilizzando i dati della UK Biobank, ha valutato l’impatto dell’isolamento sociale e della solitudine su una grande popolazione britannica, indagando le associazioni indipendenti di questi fattori con la demenza e esplorando i potenziali meccanismi neurobiologici sottostanti.
Questi studi offrono una visione approfondita del potenziale impatto dell’ambiente sociale sull’incidenza della demenza, mettendo in luce come interventi mirati sul supporto sociale possano diventare strumenti chiave nella lotta contro questa condizione debilitante.
Metodologia degli Studi
Per esplorare l’impatto della salute sociale sulla cognizione e il rischio di demenza, due studi principali hanno adottato approcci metodologici rigorosi e dettagliati.
Il primo studio, condotto nell’ambito dell’ASPREE ha coinvolto 11,498 adulti anziani, residenti nella comunità e relativamente in buona salute, di età compresa tra 70 e 94 anni in Australia. I ricercatori hanno raccolto dati attraverso questionari auto-somministrati per valutare l’isolamento sociale, il supporto sociale e la solitudine. La funzione cognitiva è stata misurata inizialmente e poi periodicamente nel corso dello studio per identificare eventuali declini cognitivi (definiti come un calo superiore a 1,5 deviazioni standard dalla prestazione cognitiva di base) e nuovi casi di demenza.
Il secondo studio ha utilizzato un ampio campione proveniente dalla UK Biobank, includendo 462,619 partecipanti con un’età media di 57 anni al basale con un follow-up medio di 11,7 anni. Vari fattori di rischio sono stati considerati nei modelli statistici, inclusi demografici, socioeconomici, biologici, comportamentali e psicologici, per garantire che le associazioni osservate fossero indipendenti da altre variabili confondenti. Inoltre, analisi di imaging (RMN) del cervello sono state utilizzate per identificare le differenze nel volume della materia grigia associato con l’isolamento sociale e la solitudine.
In aggiunta a questi studi longitudinali, una meta-analisi pubblicata sul Journal of Alzheimer’s Disease ha aggregato dati da 31 studi di coorte e 2 studi caso-controllo, comprendendo complessivamente 2,370,452 partecipanti. Questa meta-analisi ha esaminato l’associazione tra l’engagement sociale, la solitudine e il rischio di demenza, utilizzando un modello a effetti casuali per analizzare dati eterogenei. Gli indici di engagement sociale sono stati correlati a un aumento del rischio di demenza, mentre un buon network sociale e supporto sono emersi come fattori protettivi, soprattutto in studi di lunga durata (≥10 anni).
La combinazione di questi studi longitudinali con l’analisi aggregata della meta-analisi offre una visione completa e multi-sfaccettata del potenziale impatto della salute sociale sul rischio di demenza, evidenziando l’importanza di interventi mirati per migliorare l’interazione sociale tra gli anziani.
Risultati Principali degli Studi e della Meta-Analisi
L’analisi dei risultati dei due studi principali sull’isolamento sociale e della meta-analisi sul rischio di demenza ha rivelato aspetti importanti riguardanti l’isolamento sociale, il supporto sociale e la solitudine in relazione alla funzione cognitiva e al rischio di demenza.
- Nel contesto australiano dell’ASPREE Longitudinal Study, la maggior parte degli anziani ha riferito di godere di buona salute sociale. Nonostante ciò, le donne con bassi livelli di supporto sociale hanno mostrato peggiori funzioni cognitive, sebbene non siano state trovate associazioni consistenti tra la salute sociale di base e il declino cognitivo o l’incidenza della demenza nel periodo di follow-up. Questo indica che, mentre alcuni aspetti della salute sociale possono influenzare la cognizione, il loro impatto sul declino cognitivo e sulla demenza può essere meno diretto.
- Lo studio utilizzando i dati della UK Biobank ha mostrato che l‘isolamento sociale era associato a un aumento significativo del rischio di demenza, indipendentemente da altri fattori di rischio. L’analisi delle immagini MRI ha rivelato che gli individui isolati socialmente avevano volumi inferiori di materia grigia in aree cerebrali cruciali per la memoria e il pensiero. Le differenze strutturali identificate sono state parzialmente mediatrici nell’associazione tra isolamento sociale e funzione cognitiva ai follow-up.
- La meta-analisi ha integrato questi risultati aggiungendo una prospettiva più ampia. È emerso che un cattivo engagement sociale era generalmente associato a un aumentato rischio di demenza, con specifici indicatori di rete sociale scadente e scarso supporto sociale che correlavano con un rischio maggiore. In contrasto, un buon engagement sociale è risultato protettivo a lungo termine, mitigando il rischio di demenza.
Complessivamente, questi risultati suggeriscono che l’isolamento sociale e un inadeguato supporto sociale possono avere impatti negativi sulla salute cognitiva, mentre una rete sociale attiva e supportiva può proteggere contro il declino cognitivo e la demenza. Queste scoperte sottolineano l’importanza di strategie preventive che promuovano una maggiore interazione e supporto sociale tra gli anziani per mitigare il rischio di demenza.
Implicazioni Cliniche e Sociali
Dai risultati degli studi esaminati emerge chiaramente che la salute sociale gioca un ruolo critico nel modulare la salute cognitiva e il rischio di sviluppare demenza negli anziani. L’isolamento sociale e la mancanza di un adeguato supporto sociale sono associati a una peggiore funzione cognitiva e, in alcuni casi, a un aumento del rischio di demenza.
Le differenze di genere osservate, in particolare il maggiore impatto del supporto sociale sulla funzione cognitiva nelle donne, indicano la necessità di approcci personalizzati che considerino le diverse necessità sociali e di supporto tra uomini e donne. Allo stesso tempo, il fatto che un buon engagement sociale sia protettivo contro la demenza enfatizza l’importanza di promuovere attivamente l’integrazione sociale degli anziani come strategia di prevenzione.
La rilevanza di questi risultati va oltre la sfera medica e tocca aspetti socio-economici e politici. La promozione della salute sociale può contribuire significativamente a ridurre il carico economico delle malattie legate all’invecchiamento, migliorando la qualità della vita degli anziani e riducendo le spese sanitarie legate alla demenza.
In conclusione, questi studi rafforzano l’argomentazione per interventi sanitari e politiche pubbliche che favoriscano una maggiore coesione sociale, supporto comunitario e attività che stimolino l’interazione sociale. Investire in tali strategie può non solo aiutare a prevenire la demenza ma anche promuovere un invecchiamento più sano e attivo per la popolazione globale.
Fonti Bibliografiche
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- Penninkilampi, R., Casey, A.-N., Fiatarone Singh, M., & Brodaty, H. (2018). The Association between Social Engagement, Loneliness, and Risk of Dementia: A Systematic Review and Meta-Analysis. Journal of Alzheimer’s Disease, 66(4), doi: 10.3233/JAD-180439.
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